Una sera di giugno, l’aria ferma sui tetti, gli pneumatici rotolano là fuori, monotonamente. La credenza è vuota stasera, ho fatto tardi al lavoro. Non accendo neanche la luce. Comincia a far caldo. Ci vorrebbe una birra.
Da solo? Dozzinale. Ci vorrebbe un’idea. Là fuori ci sarà pur qualcosa. Non posso star chiuso in casa tutte le Benedette Serate. Già. E allora esco. Esco! Per il cavolo che esco e do’ vado?
Vabbè, faccio du’ passi e vado a vede quelli che se la spassano al quartiere ostiense, in via del Gazometro. Magari becco una tipa.
Certo che c’è un casino e che puzza di gas qui in via del Gazometro, per strada. Mo’ trovo un posto e entro. Mi siedo e aggancio una, come fanno in America. Questo locale è troppo rumoroso. Quello troppo affollato. Quello mi pare un po’ zozzo.
Ma che è quella luce? Hanno lasciato la chiesa aperta? Ah no, non è San benedetto, è la porta accanto. C’è gente, non sembrano preti e manco suore. C’è vita in parrocchia!
C’è movimento. Mi fanno cenno. Ma non sembrano raccolti in preghiera. Questi magnano. Entro. Entro e mi siedo. Nessuno mi ferma. Interessante. C’è un palco e gente che si affolla. Affettano un prosciutto. Girano bibite. Una tipa mi saluta. Mai vista. Mi siedo e mi godo l’arietta.
Qui l’aria non è ferma, qui qualcosa si muove. Si fa buio e, nella penombra, mi prendo una birra e un panino. Arriva gente sul palco. Ma che fanno? Una cantante brasiliana saluta. Arriva pubblico.
Sicuro che è il cortile della parrocchia?