Siamo appena tornati da un pellegrinaggio a Fatima che sono impaziente di raccontarvi per condividere questa bellissima esperienza di preghiera e di amicizia. Siamo partiti giovedì 4 maggio, un gruppo della nostra Parrocchia di San Benedetto insieme ad altri partecipanti che abbiamo incontrato all’aeroporto. Dopo appena tre ore di volo, eccoci a Lisbona per una visita brevissima che però basta ad imprimere nel cuore il colore della Jacaranda, questa specie di glicine dai fiori viola, la Piazza del Rossio, i ghirigori fiammeggianti dello stile manuelino e il profumo dell’oceano mescolato a quello dei pastel de nata in un cafè proprio a fianco alla Torre di Belem.
Ma non divaghiamo e facciamo un passo indietro. Dopo aver visitato la Chiesa di Sant’Antonio, abbiamo partecipato alla S. Messa celebrata dal nostro Parroco, poi via, in pullman verso Fatima. La nostra guida, Gabriella Turra fin da subito ha dato prova di spirito organizzativo, competenza ed energia fuori dall’ordinario. Dopo esserci sistemati in albergo e aver cenato, siamo andati a recitare il rosario alla Cova d’Iria. Il giorno seguente, dopo la S. Messa alla Cappellina, la via Crucis a Os Valinhos, luogo delle Apparizioni dell’Angelo e della Madonna, a camminare tra gli ulivi nel silenzio interrotto solo dalla nostra preghiera. Il giorno seguente, di sabato, sempre dopo la S. Messa celebrata dal nostro Don Fabio, la visita al Santuario e al Museo. Nel corso della visita, Gabriella, la nostra guida, ha letto alcune frasi tratte dai discorsi che i Papi hanno pronunciato a Fatima e in particolare mi ha colpito quanto detto da Paolo VI il 13 maggio del 1967:
“Uomini, siate uomini. Uomini, siate buoni, siate saggi, siate aperti alla considerazione del bene totale del mondo.”
Che meraviglia. Quanta bellezza, bontà e saggezza. Quanta abbondanza di grazia in questo luogo.
Nel pomeriggio abbiamo visitato il Monastero di Santa Maria della Vittoria a Batalha, un posto incredibile che mi ha fatto pensare di nuovo a Napoli, al Monastero di Santa Chiara questa volta, e mi ha precipitato in una atmosfera senza tempo dove il Medio Evo, il XXI secolo ed il futuro convergevano nello stesso punto luminoso. Una promessa di eternità tutta terrena eppure sovrannaturale: l’amore eterno scolpito nel marmo, la tomba del Re Giovanni I e di sua moglie Filippa di Lancaster.
Sempre nello stesso giorno, visita a Nazarè e al Santuario. A Nazarè si arriva dopo aver attraversato una pineta che protegge i campi coltivati dal vento dell’oceano, Tutto è sorprendente in questo pellegrinaggio, tutto parla di bellezza, bontà, dolcezza. L’aria è il respiro stesso di Maria. Colei che ha sedotto Dio con la sua umiltà. Colei che ha lasciato fare grandi cose all’Onnipotente.
Arriva la sera, l’ultima che trascorriamo a Fatima. Alla Cova d’Iria il coro sta facendo le prove per la visita di Papa Francesco ormai prossima e si comincia a recitare il Rosario in lingue diverse. La musica è dappertutto, mille candele si accendono e mi sale alla memoria una frase che ho letto e che mi risuona spesso dentro al cuore: “non importa che tu sia stella o candela perché basta anche una candelina a fugare tutte le tenebre del mondo”. Ti guardi intorno e tutto è gioia, ogni cosa è illuminata.
Il giorno seguente, dopo la S. Messa ci prepariamo a tornare a casa portandoci nel cuore il ricordo di questi giorni straordinari. Prima di partire un ultimo sguardo al cielo e un pensiero:
Tu sei qui e lì e là. Sei nel silenzio finto del vento. Sei nelle stelle il cui segreto non so e neppure voglio indagare. Il tuo nome è scritto dentro le mie ossa e pure nel volo mai stanco degli uccelli. Tu sei qui e lì e là. E tutto questo amore io vorrei ricambiare.
San Benedetto Staff – maggio 2017