Costruttori di comunità

volontariato

CHIAMATI AD ESSERE COSTRUTTORI DI COMUNITÀ

La parrocchia non è principalmente una struttura, un territorio, un edificio. La parrocchia è in primo luogo una comunità dl fedeli. Così infatti la definisce il nuovo Codice di Diritto canonico (can. 515,1). Ecco il compito della parrocchia, oggi: essere una comunità, riscoprirsi comunità. Cristiani non si è da soli. Essere cristiani significa credere e vivere la propria fede insieme ad altri, essere Chiesa, comunità. Essere cristiani vuol dire farsi costruttori di comunità nelle quali, sull’esempio della prima comunità, vive ed agisce la Parola di Dio (cf. Atti 6,7; 12,24). Le persone “nuove” che nascono unite con Dio e unite tra loro dalla Parola vissuta sono generate dall’Alto e formano il vero popolo di Dio.

La comunità cristiana nasce dalla Parola di Dio ascoltata, celebrata e vissuta nel quotidiano delle nostre esistenze.

VALORIZZARE E QUALIFICARE IL SERVIZIO ALL’INTERNO DELLA COMUNITÀ

Prima di tutti i pastori di una comunità parrocchiale (parroci e sacerdoti suoi collaboratori) sono chiamati a valorizzare la presenza di quanti, al suo interno svolgono un servizio o un ministero di fatto. In questa prospettiva la parrocchia deve investire con coraggio e lungimiranza nella formazione di animatori capaci di edificare una comunità, evitando le scelte e le decisioni individuali, coltivando uno spirito di comunione aperto alla missione. I pastori di una comunità parrocchiale devono aiutare i fedeli a vivere una spiritualità incentrata nell’unità. Con la vita e il proprio impegno si è chiamati a realizzare il Testamento di Gesù: “Perché tutti siano uno. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv 17, 21).

Desidero una Chiesa lieta con il volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza” (Papa Francesco). Per essere autentici testimoni di Cristo, suoi discepoli, dobbiamo coltivare tra di noi l’ascolto, la pazienza e la disponibilità. Il saper donare attenzione, comprensione e ‘cuore’ alla persona dell’altro, è il primo servizio di carità che dobbiamo esercitare tra di noi prima che con i poveri che il Signore Gesù ci manda.

Gratuità e umiltà devono diventare le parole d’ordine di colui che serve i fratelli e le sorelle più povere e bisognose, nelle quali il Signore Gesù si è identificato.

Il parroco, con i suoi presbiteri, sono chiamati a promuovere l’ascolto e la cooperazione per garantire un autentico cammino di comunità, valorizzando i collaboratori presenti e suscitandone altri. Ma devono stare attenti a non limitarsi alla sola organizzazione o gestione dei servizi, certamente necessaria per una carità e un servizio ordinato, ma soprattutto hanno il compito di occuparsi prima di tutto, della crescita umana e spirituale di quanti svolgono un servizio o esercitano un ministero all’interno della parrocchia. Compito del parroco è anche quello del discernimento per valorizzare i diversi carismi (doni) che lo Spirito Santo suscita in ciascuno e che porta ogni battezzato a interrogarsi sul contributo che può assicurare a tutta la comunità parrocchiale.

Icona del servitore secondo il cuore di Dio è Nostro Signore Gesù Cristo:

Ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; (appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti»”. (Mt 20,25-28)

Don Vincenzo Sarracino

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