02 marzo 2022 MERCOLEDÌ DELLE CENERI Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Ucraina

02 Marzo 2022    Mercoledì delle CENERI

Giornata di digiuno e preghiera per la pace in Ucraina

h.07:25 Lodi mattutine

h.08:00 S. Messa con Rito dell’imposizione delle CENERI

h.18:00 S. Rosario

h.18:30 S. Messa con Rito dell’imposizione delle CENERI

Il Mercoledì delle Ceneri viene inteso dalla Chiesa Cattolica come il mercoledì che precede la prima domenica di Quaresima e che coincide con l’inizio della Quaresima stessa. In questa giornata, tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l’astinenza dalle carni.

La Chiesa cattolica vive oggi una giornata molto importante.

Con il “mercoledì delle ceneri” inizia infatti ufficialmente il periodo penitenziale della Chiesa cattolica, periodo di cammino verso la celebrazione della Pasqua. (ad eccezione per i cattolici di altri riti – come quello Ambrosiano)

Il rito che viene compiuto oggi è, sicuramente, molto suggestivo, anche per chi non è molto vicino alla fede o alla prassi ecclesiale. Il gesto dell’imposizione delle ceneri richiama infatti molti sentimenti: la penitenza, l’umiliazione, la conversione, l’annichilimento personale, ecc.

Sentimenti che non sempre ben esprimono il reale senso di questo gesto e, con esso, l’idea corretta della “penitenza“. Quanti fraintendimenti (pensiamo a certe scene del film “Il Codice Da Vinci”)  circa l’esperienza della penitenza vissuta all’interno della Chiesa cattolica…Forse la cosa migliore è quella di capire qualcosa di più circa questo importante “gesto penitenziale”.

La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Molto tempo fa, infatti, la confessione non avveniva in modo ricorrente (cosa che “dovrebbe” capitare oggi tra i cristiani…), ma una sola volta, ed in modo pubblico. Pubblica infatti era anche la “confessione” che avveniva per tutti i penitenti il Giovedì santo.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri.

1 – Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere…” (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2 – Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Gdt 4,11).

La nostra liturgia attuale ha conservato entrambi questi concetti biblici: due infatti sono state le “formule” attraverso le quali veniva (e viene tuttora) imposta la cenere sul capo. “Ricordati che sei polvere….” e “Convertitevi e credete al Vangelo”, sono le due frasi che vengono recitate al penitente. La Chiesa continua a dire ad ogni uomo, ad ogni cristiano che tutti siamo continuamente bisognosi di “conversione”, (tutti nessuno escluso…tutti oggi ricevono le ceneri….) Disponiamoci quindi ad iniziare bene questo itinerario di conversione comunitario, per giungere con rinnovata gioia a celebrare la Santa Pasqua.

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