Il 13 maggio si celebrano le apparizioni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo nel 1917. A tre pastorelli, Lucia de Jesus, Francesco e Giacinta Marto, apparve per sei volte la Madonna: lasciò loro un messaggio per tutta l’umanità, centrato soprattutto sulla penitenza e sulla devozione al suo Cuore Immacolato. Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leiria dichiarò degne di fede le visioni dei tre bambini, autorizzando il culto alla Madonna di Fatima. Sul luogo delle apparizioni è sorto un santuario, che comprende la Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, dove sono venerati i resti mortali dei tre veggenti.
Atto di Affidamento Vergine Fatima Papa Francesco
Martirologio Romano: Beata Maria Vergine di Fatima in Portogallo, la cui contemplazione nella località di Aljustrel come Madre clementissima secondo la grazia, sempre sollecita per le difficoltà degli uomini, richiama folle di fedeli alla preghiera per i peccatori e all’intima conversione dei cuori.
La prima apparizione mariana del XX secolo
Dopo tre apparizioni di rilievo della Vergine Maria, verificatesi durante il XIX secolo, a La Salette nel 1846, a Lourdes nel 1858, a Castelpetroso nel 1888, la Madonna apparve nel 1917, per la prima volta nel XX secolo, a Fatima in Portogallo. In tutte queste apparizioni, come pure nel 1432 a Caravaggio e nel 1531 a Guadalupe in Messico, la Vergine si rivolse a ragazzi o giovani di umili condizioni sociali, per lo più dediti alla pastorizia. Indicava in tal modo la sua predilezione per le anime semplici e innocenti, a cui affidare i suoi messaggi all’umanità peccatrice, invocandone il pentimento ed esortandola alla preghiera.
Il contesto storico
Si era in un tempo di affermazione di un diffuso materialismo, sia ideologico, sia politico, il cui maggior filone era il bolscevismo sovietico; inoltre il 5 maggio 1917, quindi otto giorni prima, papa Benedetto XV, visto il perdurare della sanguinosa Prima Guerra Mondiale, scoppiata nel 1914 in Europa, aveva invitato i cattolici di tutto il mondo ad unirsi in una crociata di preghiera, per ottenere la pace per intercessione della Madonna.
I luoghi e i veggenti
Fatima era allora un villaggio della zona centrale del Portogallo (Distretto di Santarém) sugli altipiani calcarei dell’Estremadura, a venti chilometri a sud-est di Leiria. Una leggenda narra che avesse preso il nome, che era anche quello della figlia di Maometto, da una ragazza musulmana andata sposa, nel XII secolo, al nobile cattolico don Gonçalo Hermigues. Nella frazione di Aljustrel, a un chilometro e mezzo dal centro abitato, nacquero e vissero i tre protagonisti della storia di queste apparizioni: Lucia (in portoghese Lúcia) Dos Santos, nata nel 1907, e i suoi cugini Francesco (Francisco) Marto, nato nel 1908, e Giacinta (Jacinta) Marto, nata nel 1910. Le due famiglie erano numerose: i Dos Santos avevano 5 figli, mentre i Marto 10. Come molti ragazzi del luogo, i tre cugini portavano a pascolare le piccole greggi delle rispettive famiglie, verso i luoghi di pascolo dei dintorni, dove trascorrevano l’intera giornata. A mezzogiorno consumavano la colazione preparata dalle loro mamme e dopo recitavano il Rosario, seppure in forma abbreviata.
Il “Ciclo Angelico”
Nel 1916, fra aprile ed ottobre, i tre bambini furono testimoni di un fenomeno prodigioso: apparve loro un angelo sfavillante di luce, che si qualificò come l’Angelo della Pace e che li invitò alla preghiera. Queste apparizioni, classificate come il “Ciclo Angelico”, furono in tutto tre: due alla “Loca do Cabeço” e una volta al pozzo nell’orto della casa paterna di Lucia.
Il “Ciclo Mariano” – Prima apparizione: 13 maggio 1917
Domenica 13 maggio 1917, i tre cuginetti dopo aver assistito alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Fatima, tornarono ad Aljustrel per prepararsi a condurre al pascolo le loro pecore. Il tempo primaverile era splendido e quindi decisero di andare questa volta fino alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura. Mentre giocavano, nel cielo apparve un bagliore come quello dei fulmini. Perciò, preoccupati per un possibile temporale in arrivo, decisero di ridiscendere la collina per portare il gregge al riparo.
A metà strada dal pendio, vicino ad un leccio, la luce sfolgorò ancora. Pochi passi più avanti videro una bella Signora vestita di bianco, in piedi sopra il leccio, che emanava una luce sfolgorante. I bambini rimasero stupiti a contemplarla, stando a poco più di un metro di distanza. La Signora quindi parlò rassicurandoli:
– Non abbiate paura, non vi farò del male.
Il suo vestito, bianco con fregi dorati, aveva per cintura un cordone d’oro; un velo, anch’esso con bordi d’oro, le copriva il capo e le spalle, scendendo fino ai piedi come un vestito. Dalle sue dita, portate sul petto in atteggiamento di preghiera, pendeva un Rosario coi grani bianchi.
A quel punto Lucia chiese alla Signora:
– Da dove venite?
– Vengo dal Cielo.
– Dal cielo! E perché è venuta Lei fin qui?
– Per chiedervi che veniate qui durante i prossimi sei mesi ogni giorno 13 a questa stessa ora; in seguito vi dirò chi sono e cosa desidero, ritornerò poi ancora qui una settima volta
– E anch’io andrò in cielo?
– Sì.
– E Giacinta?
– Anche lei.
– E Francesco?
– Anche lui, ma dovrà dire il suo Rosario.
La Vergine poi chiese:
– Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi, in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?
Lucia rispose:
– Sì, lo vogliamo.
– Allora dovrete soffrire molto, ma la Grazia di Dio sarà il vostro conforto.
E dopo avere raccomandato ai bambini di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra, la Signora cominciò ad elevarsi e sparì nel cielo.
La scoperta dell’apparizione
Tutti e tre i pastorelli avevano visto la Signora, ma solo Lucia la sentì parlare. Giacinta, invece, la vide e udì, ma non parlò con lei. Infine Francesco la vide senza percepire la sua voce. Avvenne così anche nelle apparizioni successive. Al ritorno dalla Cova da Iria, Lucia raccomandò ai due piccoli cugini di non dire nulla a casa, ma Giacinta si lasciò sfuggire il segreto. Da allora la loro vita quotidiana cambiò: nell’alternarsi delle notizie e delle relative valutazioni, i tre bambini subirono sgridate, opposizioni, incredulità e prese in giro, prima dagli spaventati genitori, poi dalle autorità ecclesiastiche e politiche.
Seconda apparizione: 13 giugno 1917
Comunque all’appuntamento del 13 giugno i tre veggenti non erano soli: già una sessantina di persone curiose li avevano accompagnati. Dopo aver recitato il Rosario, la Signora apparve di nuovo: raccomandò di recitare il Rosario tutti i giorni e chiese a Lucia d’imparare a leggere e scrivere, per essere così in grado di trasmettere i suoi messaggi.
Rivelò le sofferenze del suo Cuore Immacolato per gli oltraggi subiti dai peccati dell’umanità. Disse poi che Giacinta e Francesco sarebbero andati in cielo a breve, mentre Lucia sarebbe restata nel mondo per far conoscere e amare il suo Cuore Immacolato.
Terza apparizione: 13 luglio 1917
Il 13 luglio 1917, dopo avere affrontato ogni tipo di disprezzo e scherno da parte dei loro concittadini, Lucia, Francesco e Giacinta ritornarono alla Cova da Iria per il terzo incontro con la Signora: quella volta erano in compagnia di più di duemila persone. Dopo la recita del Rosario, la Signora apparve di nuovo e Lucia le chiese di dire chi fosse e di compiere un miracolo affinché tutti potessero credere. La Signora assicurò:
– Continuate a venir qui tutti i mesi: Ad ottobre dirò chi sono, quel che voglio, e farò un miracolo che tutti potranno vedere bene per credere.
La Signora, come le altre volte, aprì le mani, da dove uscì un raggio di luce, che penetrò nella profondità della terra. I veggenti impallidirono, mentre Lucia esclamò: “Ahi! Nostra Signora!”.
A quel punto la Signora confidò ai tre bambini un segreto, vietando espressamente loro di rivelarlo a nessuno. Concluse dicendo:
– Quando recitate il Rosario, dite alla fine di ogni decina: «O Gesù mio, perdonate le nostre colpe; preservateci dal fuoco dell’inferno; portate in cielo tutte le anime e soccorrete specialmente le più bisognose della Vostra misericordia».
L’arresto dei veggenti
Il 13 agosto 1917 un gran numero di fedeli radunato alla Cova da Iria udì il tuono e vide il lampo che accompagnavano le apparizioni, ma i tre veggenti non c’erano. Erano infatti stati impediti di andarci dal sindaco, o meglio dall’amministratore della municipalità di Vila Nova de Ourém, sotto cui ricadeva Fatima, fortemente anticlericale: con un inganno, li aveva trasferiti da Aljustrel alla Casa Comunale di Fatima. In seguito, visto che non volevano ritrattare nulla sulle apparizioni né svelare eventuali trucchi, li fece mettere in prigione per intimorirli. Nel carcere, Giacinta scoppiò a piangere per la paura e rivelò a Lucia:
– Io vorrei almeno vedere la mamma.
Francesco la incoraggiò:
– Sarebbe peggio se la Madonna non tornasse più.
Poi tutti e tre, seguiti dagli altri carcerati, recitarono il Rosario.
La quarta e la quinta apparizione: 19 agosto e 13 settembre 1917
La domenica successiva, 19 agosto, i tre ebbero la sorpresa di vedere la Signora nel luogo chiamato Valinhos, Ella volle placare la loro angoscia per aver saltato l’appuntamento del 13 alla Cova da Iria e chiese che fosse eretta una cappella sul luogo delle apparizioni con le offerte lasciate dai pellegrini. Il 13 settembre la Signora apparve di nuovo ai tre pastorelli, che erano circondati da una folla di circa 30.000 persone. Anche quella volta promise che il 13 ottobre avrebbe fatto un miracolo per tutti, poi sparì in un globo luminoso che, partendo dal leccio, si elevò verso il cielo.
La sesta apparizione: 13 ottobre 1917
La notizia di un miracolo visibile a tutti, fece il giro del Portogallo. All’appuntamento di ottobre ci fu così una folla valutata sulle 70.000 persone, provenienti da tutto il Paese, con giornalisti e fotografi della stampa nazionale ed internazionale inviati per registrare l’avvenimento. Non mancavano fra loro gli scettici ed i beffardi, pronti ad assaporare la cocente delusione di quanti erano in preghiera, se non fosse avvenuto nulla. Il tempo, da parte sua, non prometteva niente di buono: quel giorno era scuro e freddo, la pioggia cadde copiosamente, mentre la gran folla di pellegrini cercava di ripararsi alla meglio.
Anche questa volta, appena apparsa la Signora, Lucia domandò:
– Signora, chi siete e cosa volete da me?
– Io sono la Madonna del Rosario; voglio una cappella costruita qui in mio omaggio; che continuino a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case; gli uomini non devono offendere il Signore, che è già troppo offeso.
Il prodigio del sole
La Vergine a questo punto aprì di nuovo le mani e indicò il sole. Così il giornalista e libero pensatore Avelino de Almeida, direttore del giornale di Lisbona «O Século», descrisse il fenomeno nell’edizione del mattino di lunedì 15 ottobre 1917:
– L’astro sembra una placca d’argento opaco ed è possibile fissarlo senza il minimo sforzo. Non scalda, non acceca. Si direbbe che sia in fase di eclissi. Ma ecco che si alza un grido possente e agli spettatori che son vicini giunge la voce: – Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia! – Agli occhi sbarrati di quel popolo, la cui attitudine ci trasporta ai tempi biblici, e che, pallido di terrore, con la testa scoperta, fissa l’azzurro, il sole tremò, il sole ebbe movimenti bruschi, non mai visti e contro tutte le leggi cosmiche; – il sole ballò – secondo la tipica espressione dei contadini…
L’ultima visione
Quando tutto ciò finì, gli abiti di tutti prima bagnati dall’insistente pioggia, erano perfettamente asciutti. Fu quindi evidente che alla Cova da Iria la Madonna era veramente apparsa e si era manifestata con un miracolo visto dai presenti stupiti e terrorizzati. Mentre la Signora si elevava verso il cielo, i tre veggenti poterono vedere accanto al sole Gesù Bambino, San Giuseppe e la Madonna. In pochi attimi ebbero anche la visione di un uomo adulto che benediceva il mondo e la Madonna che a Lucia parve essere la Madonna Addolorata. Infine una terza scena: la Madonna del Carmelo con lo Scapolare in mano.
La conferma della Chiesa
Il 28 aprile 1919 si diede inizio alla costruzione della Cappellina delle Apparizioni. Il 13 ottobre 1930 il vescovo di Leiria dichiarò «degne di fede le visioni dei bambini alla Cova da Iria», autorizzando il culto alla Madonna di Fatima. La prima pietra della chiesa più grande venne benedetta il 13 maggio 1928 dall’arcivescovo di Evora, mentre la dedicazione, col titolo di Nostra Signora del Rosario, avvenne il 7 ottobre 1953. Il titolo di basilica venne concesso da papa Pio XII col Breve «Luce Superna» l’11 novembre 1954. Il 13 maggio 1946 il cardinal Benedetto Aloisi Masella, in qualità di legato pontificio, incoronò la statua della Vergine di Fatima davanti a una folla di ottocentomila pellegrini.
I tre veggenti dopo le apparizioni
Come aveva predetto la Madonna, prima Francesco Marto, poi la sorellina Giacinta morirono prestissimo, vittime della terribile epidemia di febbri influenzali detta “spagnola”, che desolò l’Europa negli anni 1917-20.
Francesco morì il 4 aprile 1919 nella sua casa di Aljustrel a dieci anni e nove mesi, mentre Giacinta morì il 20 febbraio 1920 nell’ospedale «Dona Estefânia» di Lisbona, a nove anni e undici mesi. I resti mortali di entrambi sono stati traslati negli anni ’50 del secolo scorso presso la Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima. Beatificati il 13 maggio 2000 da san Giovanni Paolo II, sono stati canonizzati il 13 maggio 2017 da papa Francesco.
Lucia Dos Santos invece proseguì la sua missione di veggente-confidente della Vergine e custode del suo messaggio al mondo. Inizialmente religiosa delle Suore di Santa Dorotea, a 41 anni entrò nel Carmelo di Coimbra col nome di suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato; ritornò varie volte per brevi visite a Fatima sul luogo delle apparizioni. Ulteriori comunicazioni soprannaturali da lei ricevute formano il terzo ciclo delle vicende di Fatima, col nome di “Ciclo Cordimariano”.
Suor Lucia morì il 13 febbraio 2005, a 98 anni, nel convento carmelitano di Coimbra. Dal 19 febbraio 2006 riposa nella stessa cappella dove sono conservate le spoglie di Giacinta Marto. Il suo processo di beatificazione, ottenuta la dispensa dai cinque anni dalla morte, è iniziato nel 2008 e si è concluso nel 2017.
I Papi e Fatima
Numerose sono state le visite dei successivi Pontefici a Fatima, come anche gli invii di legati speciali. Il primo Papa a recarsi lì fu il Beato Paolo VI il 13 maggio 1967, in occasione del cinquantesimo anniversario delle Apparizioni.
Le visite di san Giovanni Paolo II sono avvenute in due date: la prima fu il 13 maggio 1982, un anno esatto dopo l’attentato subito in piazza San Pietro (il cui proiettile fu incastonato nella corona della statua in segno di riconoscenza), rinnovando i due atti di consacrazione operati da Pio XII. Tornò a Fatima nel 1991, a dieci anni dall’attentato, e il 13 maggio 2000, per procedere alla beatificazione dei fratelli Marto.
Per il novantesimo anniversario delle apparizioni, nel 2007, papa Benedetto XVI inviò come legato il cardinal Tarcisio Bertone. Il Pontefice di persona visitò il santuario nel 2010, in occasione del decimo anniversario della beatificazione di Giacinta e Francesco Marto. Il 2017, anno del primo centenario, ha invece visto la venuta di papa Francesco.
Gli atti di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
Il 13 maggio 1931 l’episcopato portoghese, secondo il messaggio di Fatima, compì la prima consacrazione del Portogallo al Cuore Immacolato di Maria.
Il 31 ottobre e l’8 dicembre 1942 papa Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria e il 7 luglio 1952 consacrò a Maria in maniera speciale i popoli della Russia, come aveva chiesto la Celeste Signora a Fatima.
Papa Paolo VI, al termine della terza sessione del concilio Vaticano II (21 novembre 1964), rinnovò la consacrazione dell’umanità al cuore immacolato della Beata Vergine. Giovanni Paolo II, il 24 marzo 1984, in comunione spirituale con tutti i vescovi del mondo, consacrò solennemente l’intera umanità alla Madonna.
Il “Terzo segreto di Fatima”
Al termine della beatificazione dei pastorelli, l’allora Segretario di Stato vaticano, il cardinal Angelo Sodano, diede lettura della comunicazione in lingua portoghese sul cosiddetto terzo segreto di Fatima, in realtà terza parte della visione ricevuta da Lucia e dai santi Francesco e Giacinta nell’apparizione del 13 luglio 1917. Appena un mese dopo, il 26 giugno 2000, san Giovanni Paolo II ne autorizzò la divulgazione pubblica da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, che fino ad allora ne aveva custodito il testo.
In estrema sintesi, la prima parte tratta della visione spaventosa dell’inferno o, per meglio dire, dell’autocondanna delle anime peccatrici. Nella seconda, invece, la Signora affermò che per contribuire alla salvezza delle anime bisognava diffondere nel mondo la devozione al suo Cuore Immacolato. Il testo noto fino al 2000 si fermava qui e risaliva al 1941, quando suor Lucia rivelò per obbedienza le prime due parti.
Quanto alla terza, la mise per iscritto il 3 gennaio 1944 in un documento poi inviato in Vaticano. Il suo soggetto è la persecuzione della Chiesa in tutti i suoi membri, compreso il «vescovo vestito di bianco» che i veggenti ebbero l’impressione che fosse il Santo Padre.
L’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinal Joseph Ratzinger, scrisse nel Commento teologico che accompagnava il testo della terza parte del “Segreto”: «La parola chiave di questo “Segreto” è il triplice grido: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”… A suor Lucia appariva sempre più chiaramente come lo scopo di tutte quante le apparizioni sia stato quello di far crescere sempre più nella fede, nella speranza e nella carità – tutto il resto intendeva portare solo a questo…».
In conclusione
L’autorità della Chiesa, a più riprese, ha ravvisato in Fatima un faro che ancora oggi continua a gettare la sua luce, per richiamare il mondo disorientato verso l’unico porto di salvezza.
Gli avvertimenti della Vergine Maria, dunque, non costituiscono tanto uno spauracchio per l’umanità, né un’occasione forte per gente morbosamente curiosa e assetata di catastrofi, quanto un invito alla speranza, che nasce dalla certezza che Dio vuole il nostro bene ad ogni costo.