19 Gennaio 2023 Primo Giorno Triduo Santi Verbiti: Sant’Arnoldo Janssen Una vita al servizio della Chiesa universale

Nel primo giorno del triduo ai Santi Verbiti che si tiene nella nostra Comunità approfondiamo la figura del Fondatore della famiglia religiosa di Steyl Sant’Arnoldo Janssen.

Arnoldo Janssen (1837–1909)

Il fondatore

dei Missionari Verbiti

delle Suore Missionarie Serve dello Spirito Santo

delle Suore Serve dello Spirito Santo dell’Adorazione Perpetua

è stato canonizzato il 5 ottobre 2003

“L’annuncio della buona novella è la prima e principale espressione dell’amore del prossimo.”

Arnoldo Janssen

Principali date della sua vita

5.11.1837        Arnoldo Janssen nasce a Goch (Germania)

1848-1855      Scuola media a Goch e seminario minore a Gaesdonck

11.7.1855        Esame di maturità a Münster

1855-1859      Studi di matematica, scienze naturali e filosofia a Münster e Bonn

1859-1861      Studi di teologia a Bonn e Münster

16.6.1859        Abilitazione all’insegnamento nel ginnasio

15.8.1861        Ordinazione sacerdotale nel duomo di Münster

1861-1873      Insegnante nella scuola pubblica di Bocholt

1866    Membro dell’Apostolato della preghiera. Avvio di un’intensa attività di propaganda, viaggi e pubblicazioni per l’Apostolato della preghiera nell’Europa di lingua tedesca

1873-1875      Capellano presso le Orsoline a Kempen

1874    Rivista missionaria Kleiner Herz-Jesu-Bote

3.12.1874        Autorizzazione a fondare una Casa per missionari nella diocesi di Roermond (Paesi Bassi)

8.9.1875          Apertura della Casa missionaria St. Michael a Steyl

27.1.1876        Inaugurazione della tipografia missionaria a Steyl

1878    Rivista Die heilige Stadt Gottes

1878    Accoglienza dei primi fratelli postulanti

2.3.1878          Invio dei primi missionari in Cina: Josef Freinadermetz e Johann B. Anzer

1884-1886      Primo capitolo generale e fondazione della Società del Verbo Divino (Missionari Verbiti). Arnoldo Janssen è eletto superiore generale a vita. Progressiva accettazione di territori missionari in tutti i continenti

8.12.1889        Fondazione della congregazione delle Suore Missionarie Serve dello Spirito Santo

8.12.1896        Fondazione della congregazione delle Serve dello Spirito Santo di Adorazione Perpetua

15.1.1909        Arnoldo Janssen muore a Steyl

19.10.1975      Paolo VI beatifica Arnoldo Janssen e Josef Freinademetz.

5.10.2003        Giovanni Paolo II canonizza A. Janssen assieme a G. Freinademetz

Come Arnoldo Janssen vide se stesso e la sua opera

«Questa vigna, cari confratelli, è la nostra Società con tutti i campi di lavoro che le sono stati affidati. La mano del Signore ha piantato e curato questa vigna; il Signore le ha concesso il sole, la pioggia e la crescita. In tutto questo a me stesso posso attribuire solo una povera collaborazione, anch’essa del resto non dovuta alle mie forze. Ma l’idea non è venuta da me, come anche la continua fedeltà alla stessa in mezzo a grandi difficoltà; non è venuto da me il potente aiuto per la sua realizzazione, come pure il sostegno in mezzo alla diffidenza generale. Non io, ma il Signore ha suscitato le vocazioni e ha aiutato le singole persone a essere fedeli alla decisione presa. Se non fosse stato per il Signore, chi avrebbe offerto l’aiuto finanziario necessario e questo in mezzo a crescenti necessità, giorno dopo giorno! In verità, dobbiamo essere assolutamente convinti di una cosa: la fondazione, la conservazione e lo sviluppo della nostra Società non hanno altro Autore se non Colui che abita nei cieli e dispone e dirige ogni cosa sulla terra».

Arnoldo Janssen in una relazione ai «suoi»  Missionari di Steyl in Cina nel 1886.

Chi è questo Arnoldo Janssen?

FANCIULLEZZA E GIOVINEZZA

1837 Arnoldo Janssen nasce a Goch. Sua madre Anna Katharina è un’«innamorata della preghiera»

Arnoldo Janssen nasce il 5 novembre 1837 a Goch, una cittadina tedesca del Basso Reno vicina al confine olandese. È il secondo di undici fratelli e sorelle. I suoi genitori sono Gerhard e Anna Katharina. Lui stesso ci descrive la vita in famiglia: «Il padre coltivava, oltre al suo piccolo appezzamento, anche terra presa in affitto e possedeva due cavalli. Oltre a coltivare la terra, faceva anche il carrettiere e normalmente ogni settimana si recava a Nimega. All’ora prevista per il ritorno, la mamma ci chiedeva di andargli incontro». In questa grande famiglia Arnoldo impara fin da bambino a dare una mano, a non pretendere e a essere diligente. La vita della famiglia Janssen è caratterizzata e sostenuta dalla fede, alimentata da un’intensa preghiera e dalla fedeltà alla Chiesa cattolica. Lo dimostra chiaramente l’abitudine di rivolgersi alla Trinità e di adorare lo Spirito Santo.

Il capellano Heinrich Ruiter riesce a convincere i genitori a mandare Arnoldo, che allora ha dieci anni, alla scuola media di Goch e poi al seminario vescovile di Gaesdonck. Allora le sue materie preferite sono la matematica e le scienze naturali. Nel luglio del 1855, non ancora diciottenne, dà l’esame di maturità a Münster.

PERIODO DEGLI STUDI OBIETTIVO: SACERDOTE E INSEGNANTE

Dopo l’esame di maturità Arnoldo Janssen va a Münster a studiare teologia. Ma già alla fine del secondo semestre scrive: «Ora che devo decidere se dedicarmi subito allo studio della teologia o rinviarlo a più tardi, sono fermamente deciso a continuare ancora per due o tre anni lo studio della matematica e delle scienze naturali, per conseguire un’abilitazione all’insegnamento di queste materie, e poi dedicarmi allo studio della teologia».

La meta del cammino iniziato con l’ingresso nel ginnasio del seminario vescovile è quindi chiaramente indicata. Essa corrisponde pienamente anche all’intenzione del vescovo. Perciò, a partire dall’autunno del 1955, Arnoldo prosegue, prima a Münster e poi a Bonn, i suoi studi di matematica, scienze naturali e filosofia, con la precisione e serietà che lo contraddistingue. E già nel 1859 viene conferita ad Arnoldo Janssen l’abilitazione all’insegnamento di queste materie nel ginnasio. Allora egli entra nuovamente in seminario a Münster per dedicarsi allo studio della teologia. Il 15 agosto 1861 è ordinato sacerdote.

1865 Arnoldo Janssen, giovane sacerdote e insegnante nel ginnasio di Bocholt.

SACERDOTE E INSEGNANTE NEL GINNASIO DI BOCHOLT (1981-1973)

Nell’ottobre del 1961, a ventiquattro anni, il neo-sacerdote Arnoldo Janssen comincia la sua attività di insegnante nella scuola pubblica superiore di Bocholt, che riparte praticamente da capo. Nei primi anni a Bocholt, tutto il suo tempo è assorbito dall’insegnamento, al quale si consacra con l’abituale precisione e serietà. È responsabile anche della biblioteca e della raccolta dei reperti naturali, che ordina e completa con grande abilità. Inoltre, collabora alla pastorale a Bocholt.

UOMO DI PREGHIERA E APOSTOLO ITINERANTE AL SERVIZIO DELL’APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

Sull’esempio dei genitori, e poi nel seminario minore e durante gli studi, la preghiera ha avuto fin dall’inizio un posto fondamentale nella vita di Arnoldo Janssen. Anche come insegnante e sacerdote, egli vive a partire da questo atteggiamento fondamentale di continua preghiera. È certamente questo che gli consente il superamento dei suoi limiti umani, lo sostiene e gli indica la direzione quando è costretto a incassare sconfitte, accettare incomprensioni, rinunciare a sicurezze e affidarsi al nuovo. Questo «non io, ma il Signore» costituisce il cardine della sua vita e della sua azione, non solo quando riflette su ciò che è riuscito a realizzare, ma anche quando accetta ciò che, in base al giudizio umano, rappresenta una sconfitta.

L’«Apostolato della preghiera» era stato avviato, nel 1844, da un gruppo di gesuiti, professori e studenti, nel Sud della Francia. Essi volevano diffondere la preghiera fra la gente comune, come formazione e addestramento alla fede vissuta. Ai membri veniva spedito un bollettino informativo, il Messaggero del sacro Cuore di Gesù. Nell’aprile del 1866, egli aderisce formalmente a questo movimento. L’impegno per la preghiera, che pratica costantemente anche a livello personale, trasforma Arnoldo Janssen in un «apostolo itinerante». A partire da questo momento, appena iniziano le vacanze scolastiche, egli si mette in viaggio, spesso anche a piedi. Fino al 1973 riesce a visitare 300 delle 350 parrocchie della diocesi di Münster e a recarsi anche in altri luoghi.

DALLA RIVISTA MISSIONARIA ALLA CASA MISSIONARIA

Arnoldo Janssen prosegue l’insegnamento fino al termine dell’anno scolastico 1872-1873. Finalmente, a 36 anni, è libero. Inizia una nuova fase della sua vita. Nell’ottobre del 1973 assume il suo nuovo incarico di cappellano delle Orsoline a Kempen, dove esse dirigono un Pensionato. Quest’incarico gli permette di dedicarsi maggiormente all’apostolato della preghiera.

Un incontro ricco di conseguenze: Janssen e la missione mondiale

Giovanni T. Raimondi, prefetto apostolico di Hongkong

Nel maggio del 1874 una notizia apparsa su un giornale attira l’attenzione di Arnoldo Janssen. Il vescovo Giovanni T. Raimondi, prefetto apostolico di Hongkong, fa visita al dottor von Essen, parroco di Neuwerk. Ecco il racconto di Janssen: «Andai a trovarlo per avere maggiori informazioni sulle missioni, ecc. Attraverso la rivista Kleiner Herz-Jesu-Bote volevo risvegliare e stimolare l’interesse per le missioni. Lamentai che la Germania non avesse un proprio Istituto per la formazione dei missionari, al pari di Francia, Italia, Belgio e persino Inghilterra, paesi in cui la vita cattolica era poco fiorente, mentre in Germania era molto viva. Aggiunsi che non sarei potuto andare personalmente in missione, perché ormai ero troppo vecchio. Mons. Raimondi disse: “Non è necessario che ci vada; infatti occorrono anche in Germania sacerdoti disposti a lavorare per questa causa”. Allora pensai che avrei potuto mettermi a disposizione di chi avesse cominciato una tale opera e avrei potuto consacrarle le mie forze.

VERSO LA FONDAZIONE DI UNA CASA PER MISSIONARI

L’idea non abbandona più Arnoldo Janssen. Nei numeri successivi del Kleiner Herz-Jesu-Bote egli continua a parlarne. La realizzazione di questa santa opera sembra relativamente facile, se affrontata a cuore aperto. Il problema maggiore e più immediato è quello finanziario. Sembra disponibile una casa ben situata con giardino. Ma come acquistarla e arredarla? Comunque, normalmente più santa è l’opera, maggiori sono le difficoltà che si incontrano. È ciò che avverrà anche in questo caso. Essere devoti significa certamente pregare devotamente, ma anche usare devotamente i talenti ricevuti e donare devotamente in base alle proprie possibilità».

CONTINUAMENTE IN VIAGGIO

Nei mesi successivi Arnoldo Janssen è oberato di lavoro. Oltre alla normale attività di redattore del Kleiner Herz-Jesu-Bote e di cappellano delle Orsoline a Kempen, è spesso in viaggio o è occupato notte e giorno dalla corrispondenza. Al tempo stesso ricerca una casa adatta, le risorse finanziarie necessarie, i collaboratori, e riflette sulla strutturazione interna della Casa missionaria e sulla formazione dei futuri missionari.

ACQUISTO DI UNA CASA A STEYL E SUA CONSACRAZIONE AL CUORE DI GESÙ

In questo senso Arnoldo Janssen procede con ostinazione. Grazie ad alcune sostanziose offerte riesce ad acquistare a Steyl (Paesi Bassi) una locanda dismessa e semidiroccata, con il terreno annesso. Allora, a causa del Kulturkampf, una fondazione in Germania era assolutamente impensabile. Arnoldo Janssen firma il contratto di acquisto il 16 giugno 1875, una data per lui altamente simbolica. In quel giorno si celebrava solennemente in tutta la Chiesa cattolica il duecentesimo anniversario delle apparizioni del Cuore di Gesù a Maria Alacoque.

Allora la «comunità» era composta da Arnoldo Janssen e dalle tre persone interessate alla Casa missionaria: il parroco Peter Bill in Lussemburgo; Johann Baptist Anzer, seminarista a Regensburg; Franz Xaver Reichart, seminarista del Voralberg, che studiava a Lovanio, ma che, su consiglio del suo confessore, non partecipò a questa consacrazione… Oltre che a questo fondamento spirituale, Arnoldo Janssen lavora indefessamente anche alla strutturazione della vita interna della «Casa missionaria». Egli pensa chiaramente a una congregazione religiosa «internazionale», con solidi collegamenti al di là dell’area linguistica tedesca.

1875
8 settembre:
modesto inizio
con l’apertura
della Casa
missionaria
San Michele a
Steyl.

L’inaugurazione della Casa missionaria san Michele a Steyl

L’8 settembre si inaugura la Casa con una solenne celebrazione liturgica.

CRISI E NUOVO INIZIO

Nei primi mesi del 1876, la stessa vita della Casa fu offuscata, oltre che dalla povertà materiale e dalla mancanza di nuovi arrivi, anche da drammatici scontri in seno alla piccola comunità. Si discuteva sulla finalità generale della Casa missionaria, ma soprattutto sulle concezioni ascetiche, particolarmente rigide, di Arnoldo Janssen in materia di ordinamento della vita comunitaria e sulla sua posizione di superiore. Di conseguenza, alla fine di aprile del 1876, il parroco Bill e lo studente di teologia Reichart lasciano Steyl e, in maggio, Arnoldo Janssen e Johann Baptist Anzer sono costretti per così dire a ripartire da capo, trovandosi d’accordo sulla finalità della Casa e sugli statuti. Nel mese di gennaio del 1876, ancor prima dell’inizio della ristrutturazione della Casa di Steyl e della nuova costruzione, Arnoldo Janssen crea a Steyl una propria tipografia.

Il 16 giugno 1876, a un anno di distanza dalla loro consacrazione al Cuore di Gesù, Janssen e Anzer emettono una sorta di professione perpetua in base a questi statuti.

Nell’agosto del 1878 entra a Steyl il sacerdote diocesano sud-tirolese Josef Freinademetz. Il 2 marzo 1879 viene inviato come primo missionario di Steyl, insieme a Johann B. Anzer, in Cina, anzitutto a Hongkong presso il vescovo Raimondi.

Il 2 marzo 1879 Johann B. Anzer e Josef Freinademetz partono come primi missionari di Steyl per la Cina.

La famiglia religiosa di Steyl

I FRATELLI RELIGIOSI DI STEYL

Operai e fratelli impegnati nella ristrutturazione e nella nuova costruzione di Steyl.

La creazione della tipografia, le ristrutturazioni e costruzioni proseguite ininterrottamente per anni, a partire dall’estate del 1876, nella Casa missionaria di Steyl e nei suoi dintorni, nonché le necessità della vita quotidiana di una comunità in rapidissima crescita costringono all’assunzione di operai esterni. Naturalmente, Arnoldo Janssen conosce, anche a partire da ciò che ha visto in altri ordini e congregazioni religiose, l’esistenza di fratelli religiosi o laici. Così, nel maggio del 1877 Arnoldo Janssen comincia ad accogliere i primi candidati. Fino all’estate del 1880 sono otto gli operai che chiedono di diventare fratelli. Inizialmente seguono la regola del Terz’Ordine di san Domenico. Ma a partire da quell’anno anche le riviste dei Missionari di Steyl cominciano a fare propaganda per i missionari fratelli. Da un lato, essi sono membri della Società, emettono i voti come i sacerdoti, ma, dall’altro, non sono rappresentati negli organi direttivi. L’afflusso a Steyl di giovani e uomini di ogni professione che desiderano diventare fratelli supera ogni più rosea previsione. Nel 1909, anno della morte di Arnoldo Janssen, i fratelli professi perpetui della Società del Verbo Divino sono quasi 600, a fronte di 430 sacerdoti.

LE SUORE MISSIONARIE DI STEYL E LE SUORE DELL’ADORAZIONE PERPETUA DI STEYL

Madre Maria, Helena Stollenwerk

Già nei primi numeri del Kleiner Herz-Jesu-Bote Arnoldo Janssen parla anche delle suore missionarie. E quando nell’autunno del 1874 annuncia pubblicamente per la prima volta il   suo progetto di fondazione di una Casa missionaria tedesca, la prima a farsi avanti è una donna. Una delle prime è Helena Stollenwerk, che ha 28 anni, è figlia di contadini ed erede della fattoria. Nel marzo del 1882 bussa alla porta di Steyl solo per sentirsi dire da Arnoldo Janssen che non può prometterle nulla di definitivo riguardo alla fondazione del ramo femminile, ma che intanto può dare una mano, come seconda domestica Nel febbraio del 1884 giunge un’altra domestica, Hendrina Stenmanns.

Essendosi reso disponibile nelle vicinanze della Casa un convento occupato fino ad allora da cappuccini francesi. Arnoldo Janssen lo affitta e, nel novembre del 1889, scrive alla madre: «Lì abiteranno le nostre sorelle e ora lì fonderemo un convento femminile ». L’8 dicembre 1889 viene fondata la Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo o Suore Missionarie di Steyl.

Madre Josefa, Hendrina Stenmanns

Per Arnoldo Janssen l’attività missionaria senza il sostegno della preghiera è un’impresa priva di senso. Perciò, fin dalle sue prime riflessioni sul ramo femminile l’adorazione gioca un ruolo centrale e il secondo capitolo generale, nel 1891, autorizza la formazione di un gruppo di «suore di clausura» per la «preghiera perpetua». Dopo una lunga battaglia, l’8 dicembre 1896 si giunge alla fondazione della Congregazione Missionaria delle Serve dello Spirito Santo di Adorazione Perpetua o Suore dell’Adorazione di Steyl. Anche le due Congregazioni femminili di Steyl si sviluppano con la stessa rapidità dei Missionari di Steyl. Il 15 gennaio 1909, giorno della morte di Arnoldo Janssen, le Suore a Steyl e nelle varie Case sparse in tutti i continenti, sono, comprese le novizie e le postulanti, oltre 800.

DIFFUSIONE DELLA FAMIGLIA RELIGIOSA DI STEYL FINO ALLA MORTE DI ARNOLDO JANSSEN

Gli anni dopo la fondazione delle Suore dell’Adorazione di Steyl nel 1896 fino alla sua morte avvenuta a 72 anni, il 15 gennaio 1909, vedono Arnoldo Janssen occupato soprattutto dal consolidamento materiale e spirituale della Famiglia religiosa di Steyl, che si espande rapidamente nel mondo. Nel gennaio del 1900 i Missionari di Steyl vengono definitivamente riconosciuti dalla Chiesa.

La prima grande «espansione» nel 1888-1889, con la Casa di Roma e la Casa missionaria San Gabriele nella Monarchia austro-ungarica, è seguita in Europa dalle Case di Heiligkreuz in Neiße/Slesia (1892), St. Wendel/Saarland (1898), St Rupert/Bishofshofen a Salisburgo (1904). Il primo modesto inizio in Cina nel 1879, con Josef Freinademetz e Johann B. Anzer, è seguito dall’accettazione di «territori missionari» in Argentina (1889), Togo (1892) e, successivamente, Ecuador, Brasile, Nuova Guinea, Stati Uniti, Cile, Giappone e Filippine.

Gli ultimi anni di vita di sant’Arnoldo sono segnati anche da una grave forma di diabete. Perciò, egli si ritira progressivamente dalla direzione della sua opera. Nel 1904 scrive a un confratello in Cile: «Chi dà ciò che ha, è degno di vivere». È ciò che sant’Arnoldo ha sempre fatto, lasciando in questa semplice frase una sfida decisiva al nostro attuale senso della vita e atteggiamento di fronte alla vita. Egli ha basato tutto su quell’unico solido fondamento: «Non io, ma il Signore».

ARNOLDO JANSSEN, UN SANTO PER IL NOSTRO TEMPO

I santi «indicano» la presenza di Dio nella nostra vita, spesso in un modo sorprendente, non chiesto e scomodo.

La vita e l’opera di sant’Arnoldo indicano anzitutto l’importanza fondamentale della preghiera come continua ricerca della volontà di Dio e al tempo stesso come orante fiducia nella sua amorosa assistenza. Egli ha vissuto il comandamento di Gesù: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia; e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33).

La sua intensa «ricerca di Dio» ha allargato il suo sguardo sui «segni del (suo) tempo», consentendogli di individuare rapidamente le possibilità che essi offrivano e attendere con ostinazione il momento giusto per la decisione.

La figura (poco appariscente) e la personalità (un po’ spigolosa) di sant’Arnoldo dimostrano ancora una volta che Dio ama chiamare a collaborare nel suo Regno persone apparentemente deboli e prive di importanza, per fare cose che «smuovono il mondo».

Come uomo di preghiera, Arnoldo Janssen divenne un «apostolo itinerante» e, come fondatore di una Famiglia religiosa, un uomo della «Chiesa universale». Il concilio Vaticano II afferma: «La chiesa peregrinante per sua natura è missionaria, in quanto essa trae origine dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il disegno di Dio Padre» (Ad gentes, 2; EV 1/1090). Con la sua intensa relazione con il Dio trinitario, sant’Arnoldo è fondamentalmente un pioniere di questa concezione della chiesa.

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