Nel video con l’intenzione di preghiera per il mese di gennaio, diffuso oggi dalla Rete Mondiale di Preghiera, e dedicato agli educatori, Francesco propone di aggiungere alle materie d’insegnamento la fraternità, “anziché la competizione”. Aiutando in particolare “i giovani più vulnerabili”. L’educatore, spiega, “è un testimone che non dona le sue conoscenze” ma “il suo impegno vissuto”.
“Vorrei proporre agli educatori di aggiungere una nuova materia all’insegnamento: la fraternità”. Si apre così l’intenzione di preghiera di Papa Francesco per il mese di gennaio, dedicata agli educatori, perché “siano testimoni credibili, insegnando la fraternità anziché la competizione e aiutando in particolare i giovani più vulnerabili”. Nel primo video del 2023, diffuso per l’ottavo anno consecutivo dalla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, Francesco, in spagnolo, ribadisce l’importanza dell’attività educativa nella sua interezza, perché l’insegnamento va ben oltre il contenuto.
L’ educazione: atto d’amore che illumina il cammino
Per il Pontefice, l’educazione “è un atto d’amore che illumina il cammino, perché possiamo recuperare il senso della fraternità, per non ignorare i più vulnerabili”.
L’educatore è un testimone che non dona le sue conoscenze intellettuali, ma le sue convinzioni, il suo impegno vissuto.
Educare con la testa, il cuore e le mani
Ed è anche, per Papa Francesco, “una persona che sa gestire bene i tre linguaggi: quello della testa, quello del cuore e quello delle mani, armonizzati”, facendolo “con la gioia di comunicare”. In questo modo, gli educatori potranno essere “ascoltati molto più attentamente e saranno creatori di comunità”. “Educare – aveva detto il Papa nell’aprile dello scorso anno, ricevendo delegazione del “Global Researchers Advancing Catholic Education Project” – è rischiare nella tensione tra la testa, il cuore e le mani: in armonia, al punto da pensare quello che sento e faccio; da sentire quello che penso e faccio; da fare quello che sento e penso. È un’armonia”. Potranno creare comunità, spiega Francesco, “Perché stanno seminando questa testimonianza”.
Preghiamo perché gli educatori siano testimoni credibili, insegnando la fraternità anziché la competizione e aiutando in particolare i giovani più vulnerabili.
Una scuola, un campo di calcio, un insegnante
Il “Video del Papa” di gennaio, che inizia con la parola “fraternità”, scritta su una lavagna come se fosse una materia di insegnamento, accompagna le parole del Pontefice con le immagini di una storia ambientata in una scuola. Un ragazzo, emarginato dai suoi compagni durante le partite di calcio, rimane da solo in un angolo fino a quando un insegnante, che si accorge del suo disagio, decide di prendersi cura di lui. Non lo fa con le parole, ma con la sua testimonianza di vita: si ferma con lui, giorno dopo giorno, e con passione e costanza gli insegna a giocare. Fino a quando, una mattina, lo ritrova insieme a quegli stessi compagni che prima lo avevano emarginato: sta giocando con loro e, quando segna il suo primo gol, lo dedica proprio all’insegnante, al testimone credibile che lo ha aiutato.
Fornos: la fraternità “è l’unico cammino per l’umanità”
Per padre Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, “Ancora una volta, di fronte alle sfide del mondo, Papa Francesco torna a insistere sulla fraternità. È la bussola della sua enciclica Fratelli Tutti. È l’unico cammino per l’umanità, per questo l’educazione è essenziale”. Quando guardiamo Gesù, sottolinea padre Fornos, “impariamo che si comunica e si trasmette agli altri solo quello che si vive. Ciò richiede coerenza di vita tra quello che si dice e quello che si fa”. È una grazia, per questo, conclude, il Papa “ci invita a pregare per riceverla”.
(di Alessandro Di Bussolo su Vatican news)