Dopo un rito privato, le spoglie del Papa emerito sono state traslate questa mattina dal Monastero Mater Ecclesiae nella Basilica vaticana, all’Altare della Confessione. Vi resteranno per tre giorni, fino al funerale del 5 gennaio. Dopo il primo ingresso del presidente italiano Mattarella, in cinque ore 40 mila persone hanno dato l’ultimo saluto a Joseph Ratzinger che sarà sepolto nelle Grotte vaticane nella tomba di Giovanni Paolo II.
Il primo ad entrare, alle 8.50, in una Basilica vaticana chiusa ancora al pubblico e con le luci a bassa tensione, è stato il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Insieme a lui la figlia Laura. Si sono fermati per qualche istante sul lato destro, a mani giunte, a pregare e rendere omaggio al Papa emerito Benedetto XVI, la cui salma da oggi fino al 4 gennaio è esposta per la venerazione dei fedeli all’Altare della Confessione, esattamente come avvenuto al momento delle esequie di Giovanni Paolo II. Ed è proprio nella tomba nelle Grotte Vaticane in cui era precedentemente sepolto Wojtyla che sarà seppellito Ratzinger, come ha confermato oggi il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni.
Ministri e cardinali
Da Roma e da tutto il mondo per l’ultimo saluto al Papa emerito, “padre e guida”
Subito dopo Mattarella, questa mattina a San Pietro sono arrivati il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, sottosegretario alla presidenza del Consiglio e il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il segno della croce, un breve inginocchiamento, poi anche loro si sono sistemati su una delle quattro panche laterali. Dall’altro lato c’erano il cardinale Michael Harvey, arciprete di San Paolo fuori le Mura, e alcune suore intente a recitare il Rosario sottovoce. Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, era in mezzo a salutare i presenti. Il porporato, questa mattina, ha presieduto il rito, durato dalle 7.15 alle 7.40, dopo la traslazione della salma del Papa emerito dal Mater Ecclesiae, il monastero avvolto nel verde dei Giardini Vaticani che Joseph Ratzinger aveva scelto come sua dimora dopo la rinuncia al pontificato del 2013.
Il rito presieduto da Gambetti
Nella cappellina dove ieri la salma di Benedetto ha riposato per tutto il giorno, esposta a fianco a un grande crocifisso, un presepe e un albero di Natale, Gänswein, le fidate Memores Domini che hanno assistito Ratzinger quotidianamente negli anni, gli ex aiutanti di camera e un piccolo gruppo del Mater Ecclesiae hanno recitato una breve preghiera. Le spoglie del Papa emerito sono state poi trasferite con un trasportino dai sediari pontifici in Basilica, con una processione attraverso la Porta della Preghiera. Un tragitto di pochi metri lungo un viale di curve e alberi che per tutta la giornata di ieri, partendo dalle prime visite private di vescovi e cardinali, è stato occupato da centinaia di persone che non hanno voluto attendere l’apertura di oggi della Basilica e sono andate a salutare il Papa emerito. Un flusso durato fino al tardo pomeriggio.
40 mila persone a San Pietro
Molti sono tornati questa mattina in Piazza San Pietro, attendendo in una fila a doppio binario dalle prime ore del mattino, avvolti in sciarpe e cappotti. Le prime stime parlano di 40 mila persone andate a dare l’ultimo saluto al Pontefice emerito. Si prevede lo stesso afflusso ogni giorno dei tre giorni dell’esposizione del feretro dal 2 mattina al 4 gennaio sera (orari oggi dalle 9 alle 19, domani e dopodomani dalle 7 alle 19). Lo aveva anticipato già sabato il prefetto di Roma, Bruno Frattasi, aggiungendo che per il 5 gennaio, giorno dei funerali presieduti da Papa Francesco, si prevedono approssimativamente 50-60mila persone.
Saluti e preghiere
Intanto il primo gruppo, all’apertura del portone, ha camminato velocemente quasi fino a correre lungo la navata della Basilica vaticana per arrivare al centro di San Pietro, dove sul catafalco rivestito di velluto ocra è posizionato il corpo di Ratzinger. È vestito con i paramenti liturgici rossi, la mitra bianca, le scarpe nere, senza pallio né croce pastorale. Tra le dita intrecciate, un Rosario. C’è chi si fa il segno della croce in ginocchio, chi prova a rubare uno scatto con lo smartphone o si ferma solo a guardare. Molta gente staziona nelle cappelle laterali per recitare il Rosario oppure attende l’apertura del cordone per la Messa mattutina all’Altare della Cattedra.
Le condoglianze a “don Georg”
È il momento, quello, per passare a fianco al segretario personale, monsignor George Gänswein, e dargli le condoglianze. Da ieri “don Georg”, com’è conosciuto dal grande pubblico, è impegnato a stringere le mani della gente: ministri, senatori, ambasciatori, vescovi ed ex studenti di Ratzinger. Pure gruppi di signore, come alcune messicane che questa mattina dicevano di aver pregato per tutto il tempo per la salute del Papa emerito e gli chiedono una benedizione. In basilica c’è anche Carmela, calabrese, 76 anni: cammina a fatica a causa di una brutta caduta due anni fa e una operazione al femore. Ieri era al Mater Ecclesiae, oggi di nuovo a San Pietro. Tutte e due le volte si è inginocchiata, con non poca fatica: “È la prima volta che piego la gamba. A Benedetto lo devo. L’ho seguito ovunque in questi anni, dalla Calabria a Roma. Ora è un po’ un sacrificio, ma non potevo mancare”.
(Salvatore Cernuzio su Vatican News)