Vale la pena rileggere il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” e altri versi leopardiani in vista dell’iniziativa promossa dalla diocesi di Roma per la Quaresima: ogni mercoledì, a cominciare dal primo marzo, la basilica di San Giovanni in Laterano, dalle ore 19, ospiterà cinque incontri dedicati ai capolavori di Giacomo Leopardi per vivere insieme il cammino quaresimale. “Ed io che sono?” è il nome della proposta, che vedrà protagonista Franco Nembrini, professore e saggista; l’introduzione di ogni serata sarà affidata a don Fabio Rosini, direttore dell’Ufficio diocesano per le vocazioni, mentre le conclusioni al cardinale vicario Angelo De Donatis. Edoardo Coen leggerà alcuni brani, mentre Andrea Coen si dedicherà all’accompagnamento musicale.
«Sarà l’occasione per riflettere alla luce di alcune pagine tra le più espressive della nostra letteratura, e vivere più consapevolmente il nostro cammino di preparazione verso la Pasqua», auspica il cardinale De Donatis. Se la proposta quaresimale diocesana dell’anno scorso era incentrata su “I Promessi Sposi” e sul perdono, quest’anno si punta «sulla vita e il suo dramma – riflette Nembrini –. Da parte della critica, Leopardi è stato bollato come “pessimista”, ma non c’è niente di più falso. Lui ha cantato la vita, in tutta la sua drammaticità, ma l’ha cantata. È stato un grande realista più che un pessimista. Per questo la domanda “Ed io che sono?” mi è sembrata un po’ come la sintesi di tutto il suo pensiero».
Al realismo leopardiano sarà dedicata la prima serata, quella di mercoledì primo marzo, che avrà come sottotitolo “Tutto è poco e piccino”, con la lettura di alcuni brani da “Pensiero 68” e “Al Conte Carlo Pepoli”. «Parleremo del desiderio come caratteristica dell’essere umano – anticipa Nembrini – e del sentimento dell’inutilità di ogni azione umana e di ogni attività umana in assenza di uno scopo, o nell’impossibilità di raggiungerlo». “A Silvia” e “Il sabato del villaggio” saranno al centro dell’incontro dell’8 marzo, su “Perché di tanto inganni i figli tuoi?”, con la constatazione che «tutto muore, tutto passa – osserva –, per cui la vita è sentita come terribile contraddizione tra il desiderio di eternità con cui nasciamo e l’esperienza della morte che sembra tradirlo». Il percorso proseguirà con “E mi sovvien l’eterno”, il tema del 15 marzo, che avrà come brani di riferimento “L’infinito” e “Il passero solitario”: «Nonostante tutto, nonostante l’esperienza per cui la morte sembra vincere e la cultura moderna sembri accettare questa amara constatazione, il sentimento dell’infinito e dell’eterno riemergono continuamente».
Il 22 marzo appuntamento con il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, che verrà letto integralmente nella serata dal tema: “Tu, certo, comprendi il perché delle cose”. Per il saggista e pedagogista questa poesia «descrive in modo clamorosamente evidente, anche come struttura formale, la parabola del pensiero e del sentimento leopardiani: la constatazione del male, la speranza di un bene che lo vinca, la certezza dell’esistenza di questo bene anche se irraggiungibile, il rassegnato ripiegarsi su un “forse” incerto e confuso». La conclusione il 29 marzo, con “Questo, d’ignoto amante, inno ricevi”, dalla poesia “Alla sua donna”, che Nembrini definisce «l’incredibile profezia al vertice della poesia di Leopardi: la soluzione al male, la vittoria sul male sarebbe che l’eterno accettasse di incarnarsi e diventare compagno di cammino per l’uomo».
La partecipazione agli incontri è libera e gratuita, e consentita fino ad esaurimento dei posti disponibili, dopo essersi sottoposti ai consueti controlli di sicurezza. Gli incontri saranno trasmessi in diretta su Telepace (canale 75) e sul canale YouTube della diocesi di Roma (@diocesidiromaofficial).