Martire a Gerusalemme nel 42 d.C.
PREGHIERE A SAN GIACOMO APOSTOLO
E’ detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Chiamati da Gesù (che ha già con sé i fratelli Simone e Andrea) anch’essi lo seguono (Matteo cap. 4). Nasce poi il collegio apostolico: “(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (…) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono” (Marco cap. 3). Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. Conosciamo anche la loro madre Salome, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto. Chiede infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: “Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono”. E Gesù spiega che il Figlio dell’uomo “è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti” (Matteo cap. 20).
E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. “Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni” (Atti cap. 12). Questo Erode è Agrippa I, a cui suo nonno Erode il Grande ha fatto uccidere il padre (e anche la nonna). A Roma è poi compagno di baldorie del giovane Caligola, che nel 37 sale al trono e lo manda in Palestina come re. Un re detestato, perché straniero e corrotto, che cerca popolarità colpendo i cristiani. L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto questa: il suo martirio.
Secoli dopo, nascono su di lui tradizioni e leggende. Si dice che avrebbe predicato il Vangelo in Spagna. Quando poi quel Paese cade in mano araba (sec. IX), si afferma che il corpo di san Giacomo (Santiago, in spagnolo) è stato prodigiosamente portato nel nord-ovest spagnolo e seppellito nel luogo poi notissimo come Santiago de Compostela. Nell’angoscia dell’occupazione, gli si tributa un culto fiducioso e appassionato, facendo di lui il sostegno degli oppressi e addirittura un combattente invincibile, ben lontano dal Giacomo evangelico (a volte lo si mescola all’altro apostolo, Giacomo di Alfeo). La fede nella sua protezione è uno stimolo enorme in quelle prove durissime. E tutto questo ha un riverbero sull’Europa cristiana, che già nel X secolo inizia i pellegrinaggi a Compostela. Ciò che attrae non sono le antiche, incontrollabili tradizioni sul santo in Spagna, ma l’appassionata realtà di quella fede, di quella speranza tra il pianto, di cui il luogo resta da allora affascinante simbolo. Nel 1989 hanno fatto il “Cammino di Compostela” san Giovanni Paolo II e migliaia di giovani da tutto il mondo.
Patronato: Pellegrini, Cavalieri, Soldati, Malattie reumatiche
Etimologia: Giacomo = che segue Dio, dall’ebraico
Emblema: Cappello da pellegrino, Conchiglia, Stendardo
Martirologio Romano: Festa di san Giacomo, Apostolo, che, figlio di Zebedeo e fratello di san Giovanni evangelista, fu insieme a Pietro e Giovanni testimone della trasfigurazione del Signore e della sua agonia. Decapitato da Erode Agrippa in prossimità della festa di Pasqua, ricevette, primo tra gli Apostoli, la corona del martirio.
APPROFONDIMENTO
Pescatore di uomini
Giacomo, fratello dell’apostolo Giovanni, è detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. La sua vita cambia radicalmente quando accoglie l’invito di Gesù a diventare “pescatore di uomini”. Andando oltre – si legge nel Vangelo secondo Matteo – Gesù “vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedeo, loro padre, riassettavano le reti. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono”. Di carattere impetuoso, lui e suo fratello sono chiamati da Gesù stesso con l’appellativo di “boanergés” (figli del tuono).
Sul monte della Trasfigurazione e su quello dell’agonia
Giacomo è testimone della gloria di Gesù, dell’evento della Trasfigurazione: “Gesù – scrive l’evangelista Matteo – prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. E fu trasfigurato davanti a loro; la sua faccia risplendette come il sole e i suoi vestiti divennero candidi come la luce”. L’apostolo è anche testimone dell’agonia di Gesù nell’orto del Getsemani: “Presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni – si ricorda nel Vangelo di Marco – cominciò a sentire paura e angoscia”.
Primo apostolo martire
Gesù gli preannuncia il martirio. “Potete bere – scrive Matteo – il calice che io sto per bere?”. Giacomo e Giovanni gli rispondono: “Lo possiamo”. La sua morte è descritta negli Atti degli Apostoli: “In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni”. Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea del frate domenicano Jacopo da Varagine, il suo copro viene traslato in Spagna.
La tomba di Giacomo
Secondo la tradizione, nell’831, dopo un prodigioso fenomeno luminoso in prossimità del monte Liberon, viene scoperto un sepolcro con la scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e di Salome”. Il luogo viene denominato campus stellae (“campo della stella”), nome da cui deriverà poi quello della città di Santiago di Compostela. Nel 1075 inizia la costruzione della basilica a lui dedicata e fin dal Medioevo, il Santuario è meta di pellegrinaggi, prima da tutta Europa e poi da ogni parte del mondo.
Il cammino di Santiago
Il Cammino di Santiago è una delle vie più importanti della storia e della cristianità. Scrive Paulo Coelho: “Lo Spirito dei vecchi pellegrini della Tradizione ti accompagna nel viaggio. Il cappello ti ripara dal sole e dai cattivi pensieri; il mantello ti salva dalla pioggia e dalle cattive parole; il bastone ti protegge dai nemici e dalle cattive azioni. La benedizione di Dio, di San Giacomo e della Vergine ti accompagni per tutte le notti e tutti i giorni”.