Il mese di ottobre è dedicato al cammino di animazione missionaria e di sensibilizzazione delle comunità cristiane a partecipare e farsi carico della missione universale della Chiesa. Momento centrale è la Giornata missionaria mondiale, che quest’anno si celebra domenica 22 ottobre, sul tema “Cuori ardenti, piedi in cammino”. A sceglierlo è stato Papa Francesco, prendendo spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca. Alla viglia della Giornata, sabato 21 ottobre, la diocesi di Roma organizza la veglia missionaria diocesana, dalle 20.30 nella basilica di San Paolo fuori le Mura.
Presieduta dal cardinale Angelo De Donatis, la veglia vedrà una catechesi di padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese, sul tema “Vocazione e missione”. Seguiranno tre testimonianze: quella di padre Pier Luigi (Gigi) Maccalli (Società Missioni Africane), sequestrato in Niger il 17 settembre 2018 dal Gsim, un gruppo di fondamentalisti islamici, tenuto prigioniero per più di due anni e rilasciato nell’ottobre 2020; quella di suor Gabriella Bottani, missionaria comboniana, nipote e consorella di suor Maria De Coppi, uccisa in Mozambico, in un attentato a Chipene, il 6 settembre 2022; e infine quella di Francesca Battilocchi, una ragazza di 22 anni che racconterà la sua esperienza in un viaggio missionario a Nairobi, con l’Associazione Giacomogiacomo. Durante la veglia, che verrà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della diocesi di Roma, il cardinale De Donatis consegnerà il mandato e la Croce a quanti sono in partenza per la missione ad gentes, sia consacrati che laici.
L’ottobre missionario, riflette padre Albanese, «è un appuntamento dalla forte valenza ecclesiale e dovrebbe scuotere le nostre coscienze. Non solo quelle di Roma, perché ha una valenza planetaria. È un tempo privilegiato per fare memoria della missione. Mai come oggi è necessario evangelizzare la società globalizzata, segnata non solo da una crisi sistemica dei mercati finanziari ma soprattutto da una deriva antropologica per certi versi molto inquietante».