Quest’anno tale Solennità è stata spostata al giorno 08 Aprile (primo giorno dopo l’Ottava di Pasqua) perchè il 25 Marzo ricorreva il Lunedì Santo.
In Oriente, già alla metà del VI secolo il 25 marzo è testimoniata la festa. A Roma lo sarà dal VII secolo. Essendo una festa legata al Signore Gesù e al suo ingresso nella storia, il nuovo ordinamento liturgico ha preferito – alla più popolare Annunciazione di Maria – denominare la festa con il titolo di “Annunciazione del Signore”. La solennità dell’Annunciazione del Signore è una festa natalizia, seppur fuori dal tempo di Natale: nove mesi prima della nascita, avviene l’incarnazione di Gesù nel grembo della Vergine Maria.
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. E l’angelo si allontanò da lei. In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda (Lc 1,26-39).
Dio entra per la porta di servizio
L’Annunciazione è la festa del Signore che s’incarna nel grembo di Maria, dando inizio a una nuova storia. Interessante notare che Dio non manda l’angelo a Gerusalemme, al tempio, ma in Galilea, regione disprezzata, in quanto rifugio di pagani miscredenti. A Nazaret, città mai nominata nell’Antico Testamento.
All’annuncio, Maria riflette, entra dialogo con se stessa e con l’angelo e chiede il senso e il come avverrà tutto questo. Maria non si lascia prendere dal sopravvento, dalle emozioni. Appare come donna coraggiosa, che di fronte all’inaudito mantiene l’autocontrollo. E, alla luce di Dio, valuta e decide.
L’azione dello Spirito Santo
È lo Spirito che riveste la vita di Maria rendendola idonea alla sua missione. Lo farà qui e lo farà nel Cenacolo. Maria, donna rivestita dello Spirito, grazie al quale e nel quale tutto diviene possibile.
L’Eccomi di Maria
Il “Fiat” di Maria trasforma l’umile casa della “sua” vita nella Casa di Dio, divenendo Tabernacolo del Santissimo Gesù. È bastato un “Eccomi”, un cenno di disponibilità, sapendosi fidare dell’azione dello Spirito. E Dio è entrato nella storia accettando di farsi storia nella vita di quanti hanno detto e continueranno a dire il loro “Eccomi”.
Le coordinate di Maria
La prima coordinata di Maria è credere: fidarsi e affidarsi a Dio, certa che in Lui nulla è impossibile. Dio non teme il tempo dello smarrimento, della riflessione, del capire: Dio non forza la libertà, ma educa alla libertà, affinché ciascuno dica il suo Eccomi.
La seconda coordinata è l’accettare di entrare nel tempo di Dio, nei suoi ritmi. Tempi che chiedono tempo, chiedono di andare in profondità. Dio chiede un “sì”, ma anche di entrare nel suo “ritmo” e nel suo “tempo”, che non è semplicemente lo scorrere delle ore, ma è il tempo di Dio, cioè il tempo opportuno, il tempo pieno, il tempo delle opportunità, il tempo della grazia.
Ringraziamo Maria per il suo Eccomi e chiediamo la grazia di diventare, a nostra volta, Sì a Dio, nel concreto della vita. Anche su noi, infatti, Dio ha dei progetti da realizzare per il bene nostro e dell’umanità.
Preghiera
Vergine dell’annunciazione,
rendici, ti preghiamo, beati nella speranza;
insegnaci la vigilanza del cuore,
donaci l’amore premuroso della sposa,
la perseveranza dell’attesa,
la fortezza della croce.
Dilata il nostro spirito
perché nella trepidazione dell’incontro
definitivo troviamo il coraggio di rinunciare ai
nostri piccoli orizzonti per anticipare,
in noi e negli altri, la tenera e intima
familiarità di Dio.
Ottienici, Madre, la gioia di gridare con tutta
la nostra vita:
“Vieni, Signore Gesù, vieni,
Signore che sei risorto, vieni nel tuo giorno
senza tramonto per mostrarci finalmente e
per sempre il tuo volto! ”
(Card. Carlo Maria Martini)