02 Giugno Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

La fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo (Trinità), non è un’esperienza lontana e irraggiungibile, anzi, è vicina in un perenne “spezzarsi” per noi: “Questo è il mio Corpo”, “Questo è il mio sangue”.

Nel 1207 una monaca agostiniana appena quindicenne, Giuliana di Cornillon, di origini belghe, ha la visione di una luna piena con una macchia opaca che la sporca. Gli esperti suoi contemporanei la interpretano così: la luna piena simboleggia la Chiesa; la macchia opaca è l’assenza di una festa che celebri specificamente il Corpo di Gesù Eucaristia. L’anno successivo la stessa religiosa ha una visione più chiara, ma deve lottare molto per far istituire la festa: ci riuscirà solo a livello diocesano nel 1247 quando diventa vescovo di Liegi Roberto de Thourotte.

Nel 1261 l’ex arcidiacono di Liegi diventa Papa Urbano IV. Nel 1264, impressionato da un miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena, vicino Orvieto, dove risiedeva, promulgò la bolla Transiturus con la quale istituiva la nuova solennità, da celebrarsi in onore del Santissimo Sacramento il giovedì dopo l’ottava di Pentecoste. Tommaso d’Aquino viene incaricato di comporne l’ufficio liturgico: il più famoso inno è Sacris solemniis, la cui penultima strofa che comincia con le parole Panis angelicus (Pane degli angeli) è stata spesso musicata separatamente dal resto dell’inno. Essendo poi Papa Urbano IV morto due mesi dopo aver istituito la festa, la bolla non fu attuata; ma fu confermata più tardi da Clemente V, primo Papa avignonese (1312). La ormai tradizionale processione del Corpus fu introdotta dal Papa Giovanni XXII nel 1316. Durante la visita pastorale ad Orvieto, san Giovanni Paolo II disse: “Anche se la costruzione della cattedrale non è collegata direttamente alla solennità del “Corpus Domini”, istituita dal Papa Urbano IV con la bolla Transiturus, nel 1264, né al miracolo avvenuto a Bolsena l’anno precedente, è però indubbio che il mistero eucaristico è qui potentemente evocato dal corporale di Bolsena, per il quale venne appositamente fabbricata la cappella, che ora lo custodisce gelosamente. La città di Orvieto è da allora conosciuta nel mondo intero per tale segno miracoloso, che a tutti ricorda l’amore misericordioso di Dio, fattosi cibo e bevanda di salvezza per l’umanità pellegrina sulla terra. Del culto verso così grande mistero, la vostra città conserva e alimenta l’inestinguibile fiamma” (17 giugno 1990).

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?»…Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. (Mc 14,12;22-24)

Eucaristia, sacramento di comunione

Alla luce dell’Ascensione e della Pentecoste, pienezza del mistero pasquale, il gesto compiuto durante l’Ultima Cena di Gesù, assume oggi un significato ancora più profondo: grazie allo Spirito Santo, diventa un gesto eterno, infinito, del quale tutti possono nutrirsi. L’Eucaristia è esperienza di comunione, il dono di una vita che si fa amore; dentro questo mistero l’uomo ritrova il perdono che lo fa vivere e lo rende di nuovo capace di amare.

Eucaristia: non un gesto, uno stile

Non tanto e non solo “un gesto”, ma uno “stile”, un modo abituale di vivere, che rende capaci di prendere la vita tra le mani per offrirla in dono, per restituirla agli altri. Nell’Eucaristia capiamo cosa significa “Il regno di Dio si è fatto vicino”: sì, è presente nella Chiesa che vive dell’Eucaristia, che fa Eucaristia.

Sacramento incompiuto

Rimangono ancora attuali le parole dei Vescovi italiani: “Molti cristiani vivono senza Eucaristia. Altri fanno l’Eucaristia ma non fanno la Chiesa. Altri celebrano l’Eucaristia nella Chiesa, ma non vivono la coerenza dell’Eucaristia”. (“CEI, Eucarestia Comunione e Comunità”,1983,61). L’Eucaristia rimane ancora oggi un sacramento incompiuto!

Preghiera

Signore Gesù,
nell’indicarmi di seguire l’uomo con la brocca d’acqua,
tu mi fai capire di seguire i passi di quanti vivono sul serio il battesimo:
aiutami a imitare quanti vivono una misura alta della vita.

Signore Gesù,
nell’invitarmi al piano superiore,
tu mi chiedi di abbandonare un’appiattita condotta di vita:
aiutami a lasciarmi trasportare dai desideri che tu ispiri nel cuore.

Signore Gesù,
nel donarmi pane e vino, Tuo Corpo e Tuo Sangue,
tu m’insegni che la vita o è dono o non è vita:
aiutami, nutrito di Te, a fare della mia vita un’offerta gradita al Padre.

Signore Gesù,
nel riunire i tuoi discepoli attorno alla tavola,
tu m’insegni che non c’è Eucaristia senza fraternità
e non c’è fraternità senza servizio.
Aiutami a fare della mia vita, una vita eucaristica.
(Preghiera a cura di A.V.)

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