Promulgato in data 1° ottobre il motu proprio “La vera bellezza”, che ridefinisce i confini delle prefetture. Quelle del Centro, incluse negli altri settori, come le 35 parrocchie. Da parte della Comunità di San Benedetto un benvenuto affettuoso e fraterno alle Parrocchie della Terza Prefettura (San Crisogono, Santa Dorotea, San Francesco d’Assisi a Ripa Grande, Santa Marcella, Santa Maria in Trastevere, Santa Maria Liberatrice, Santa Prisca, San Saba) che entrano a far parte del nostro Settore Sud.
Motu_proprio_La_vera_bellezza_sulla_ripartizione_del_territorio_della_diocesi_di_Roma
Il sito internet della diocesi di Roma pubblica il motu proprio di Francesco “La vera bellezza“, che porta la data del 1° ottobre. Un testo che modifica la ripartizione del territorio della diocesi, con l’obiettivo di «rafforzarne la percezione unitaria e sinodale a partire dalla sua conformazione geografica, che possa meglio esplicitare il senso autentico della sua centralità e della sua bellezza». A partire dalla consapevolezza che «la vera bellezza è Cristo e in Lui la Chiesa contempla il suo unico centro. Il Bel Pastore è l’unico punto di convergenza dal quale ha origine e si irradia ogni meraviglia e ogni splendore. Ogni battezzato che attraversa la Città Eterna è chiamato a riscoprire e a sentirsi parte di questa bellezza e centralità, che porta il profumo dell’accoglienza e la veste splendida della carità», scrive il Papa.
In concreto, «alla luce dei numerosi interventi, delle richieste già avanzate e di un lavoro iniziato da tempo – si legge nel testo -, dispongo che vengano ridefiniti i confini delle prefetture in cui è suddivisa oggi la diocesi di Roma, affinché siano armonizzati i contesti di riferimento e le parrocchie che vi appartengono. Sarà un percorso che richiederà alcuni mesi di lavoro. In tale prospettiva e nel tentativo di suscitare un sempre maggiore spirito di comunione ecclesiale, con la speranza di meglio integrare periferie e centro storico, dispongo che le attuali cinque prefetture del settore Centro siano incluse negli altri settori, riducendo l’organizzazione territoriale della diocesi di Roma solo in riferimento ai quattro punti cardinali. I quattro settori, in base alla posizione geografica, includeranno le cinque prefetture e le trentacinque parrocchie presenti sul territorio del settore Centro».
Nell’analisi del suo vescovo, «Roma è un’unica grande casa in cui tutti – romani e non – dobbiamo sentirci “a casa”, accolti come pellegrini». Richiama quindi i «”quattro principi relazionati a tensioni bipolari proprie di ogni realtà sociale”, desunti a suo tempo dalla Dottrina sociale della Chiesa e menzionati in Evangelii Gaudium, in riferimento alla realizzazione del bene comune e della pace sociale: Il tempo è superiore allo spazio; La realtà è più importante dell’idea; L’unità prevale sul conflitto; Il tutto è superiore alla parte». Quindi, nella conclusione del documento, rivendica che «in un mondo in cui con tristezza sentiamo ancora parlare del bisogno elitario ed egoistico di erigere muri di separazione e di contrasto, la risposta della nostra diocesi è quella di gettare ponti. Ponti su cui possa scorrere agevolmente la comunione ecclesiale che ci rende tutti, uno per uno e tutti insieme, appartenenti solo a Cristo Risorto e alla sua Chiesa; così come il sangue dei martiri Pietro e Paolo, che dal cuore irrora tutto il corpo della nostra diocesi».
(Da ROMASette del 03.10.24)