La lettera al Popolo di Dio del Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma

Al Popolo di Dio che è in Roma

Pace e bene! Nell’Ufficio delle letture della Domenica appena trascorsa ci è stato proposto un brano di san Paolo a Timoteo; nel cuore del testo l’apostolo così si esprime: “Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia…” (1 Tm 1, 12-13).

Colgo come provvidenziale questa Parola; sono consapevole che aldilà dei limiti e dei peccati di ciascuno, la grazia ci inonda con ogni dono che Dio elargisce alle nostre vite e così ha voluto fare anche con la mia vita e, per il mio piccolo tramite, alla Sua santa Chiesa. Così mi sento in questo momento, consapevole di aver ricevuto misericordia. Con emozioni contrastanti metto ancora una volta la mia vita nelle mani del Padre e faccio mie le parole del Salmo: “Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (131,2).

Arrivando a Roma, poco più di due anni fa, da subito ho iniziato ad amare questa Chiesa che conoscevo ancora troppo poco ma dalla quale mi sono sentito accolto oltre ogni aspettativa. Ho provato a servirla come ho potuto, sentendomi rapito da tanta bellezza e dalle tante potenzialità di bene che sperimentavo, insieme alle fatiche che accompagnano tutti noi esseri umani.

Sono grato al Santo Padre per la fiducia che mi ha dato nominandomi prima Suo Vescovo Ausiliare, poi Vicegerente e adesso Suo Vicario Generale per la Diocesi di Roma. La Sua dedizione alla Chiesa universale e la profezia che ci ha regalato in questi anni di Pontificato mi spingono a lavorare per una Chiesa trasparente e povera, in grado di sprigionare e diffondere il profumo del Vangelo.

Accolgo con trepidazione l’ulteriore responsabilità che mi affida oggi per servire la Sua Diocesi, nella serena certezza che il Signore opererà al di là dei miei limiti. Raccolgo una storia significativa dei Cardinali Vicari che si sono succeduti nel tempo e hanno portato avanti il loro servizio con dedizione, ciascuno con la propria peculiarità. In particolare ringrazio il Card. De Donatis che con gentilezza e attenzione mi ha accolto a suo tempo nel Consiglio Episcopale.

L’unico desiderio che ora sento nel cuore è quello di servire questa Chiesa, consapevole della sua bellezza e della specifica vocazione che le appartiene. Come fratello e padre vorrei condividere i passi di ognuno e di tutto il popolo di Dio che vive a Roma. Il Signore chiamandomi al ministero mi chiede di essere pastore alla Sua maniera, nel quotidiano impegno a dare la vita per tutti.

Ringrazio i tantissimi sacerdoti e diaconi della Diocesi per il servizio generoso e umile che svolgono, per la loro costante presenza e per l’amore che mostrano alla nostra Diocesi. Con molti di loro ho condiviso un breve tratto di strada; adesso avverto ancor di più la necessità e la gioia di mettermi accanto a tutti in un atteggiamento di ascolto, facendo tesoro dell’esperienza maturata da ciascuno negli anni, per capire insieme come comunicare a tutti e far sperimentare l’amore del Padre. Abbiamo la responsabilità di essere segno visibile del Regno per gli ultimi, per i giovani, per le famiglie, per coloro che ancora frequentano le nostre parrocchie e per i tanti che non vivono più la fede accolta con il Battesimo.

Ci attende una missione importante, in un tempo complesso, che va affrontata costruendo ogni giorno legami di fraternità e di comunione. Abbiamo la grazia di servire una Diocesi straordinaria che è stata irrorata dal sangue dei Martiri e fecondata dalla testimonianza gioiosa di moltissimi santi. Il Signore ci aiuti a mettere a frutto i tanti carismi ricevuti per l’utilità comune.

Santa Teresa del Bambin Gesù nella sua autobiografia mentre riflette sulla ricerca della sua vocazione nella Chiesa, commentando l’inno alla carità di San Paolo così si esprime: “La carità mi offrì il cardine della mia vocazione”. È esattamente questo ciò che desidero: che la carità sia il cardine della mia vocazione e della mia risposta. Abbiate pazienza quando i miei limiti emergeranno, ma siate esigenti nel chiedermi carità e benevolenza. Mi affido alla vostra preghiera perché io compia fedelmente la volontà di Dio. La Vergine Santissima, Salus Populi Romani, interceda per noi e ci accompagni in questo cammino.

+ Baldassare Reina
Vicario Generale di Sua Santità
per la Diocesi di Roma

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