23 Novembre 2024 Le ordinazioni dei diaconi permanenti

Foto Diocesi di Roma / Gennari
Foto Diocesi di Roma / Gennari

Aldo Blessich, Gonzalo Castro Cedeno, Massimiliano Fedeli, Teodoro Mandato, Daniele Marini, Gianfranco Paolini, Luigi Sansone. Sono i nomi dei sette nuovi diaconi permanenti nella diocesi di Roma, che saranno ordinati sabato 23 novembre dal vicario generale della diocesi di Roma, l’arcivescovo Baldo Reina, nella Messa delle ore 10.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Arrivano all’ordinazione emozionati e felici, accompagnati dalle mogli e delle famiglie che li hanno seguiti lungo questo cammino. È iniziato circa 15 anni fa quello di Daniele Marini, già istituito accolito, storico macellaio della Pineta Sacchetti conosciuto in tutto il quartiere. «Nel mio negozio faccio pastorale, il mio lavoro è un prolungamento della diaconia – racconta –. Vengono molte vecchiette e io le ascolto, servo le suore dei tanti istituti della zona, regalo da mangiare a chi non si può permettere di fare la spesa». A tutti regala un sorriso, tanto che lo chiamano “il diacono della gioia”. «Io e mia moglie Emanuela abbiamo una storia di dolore e di malattia, abbiamo tre figli in Cielo – spiega –, ma non ho mai perso quella letizia che soltanto la fede può donare. In parrocchia siamo impegnati come catechisti e animatori liturgici e la sentiamo come una famiglia».

È catechista, operatore del Centro di ascolto e responsabile del gruppo ministranti anche Massimiliano Fedeli, che frequenta la comunità di San Filippo Apostolo a Grottarossa. «Sono impiegato presso il Ministero degli Affari Esteri e per via del mio lavoro ho vissuto a lungo all’estero – dice Fedeli –. Con mia moglie siamo stati per dieci anni in Brasile e le nostre figlie sono nate lì. Da quando siamo rientrati è iniziato il nostro impegno in parrocchia. Ne 2008 è arrivato il primo invito al diaconato e da lì è cominciato un cammino».

La vocazione al diaconato di Gonzalo Castro Cedeno è nata «grazie all’incontro con due santi sacerdoti, don Luigi Di Liegro e don Roberto Guernieri», ricorda il futuro diacono, che è un operatore della Caritas diocesana di Roma. «Per ogni cristiano – osserva – è importante il servizio ai fratelli ai poveri e ha una incisività maggiore quando questo lo fai con un mandato che viene dalla Chiesa stessa, come nel caso della Caritas. In questo incontro con i poveri per me è avvenuta la chiamata del Signore. In questo servizio ho incontrato tante persone con tante storie, tante provenienze, tante ferite…. E questo significa incontrare Cristo».

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