L’indizione della visita pastorale alla diocesi di Roma – La lettera del cardinale vicario

«Non solo “con voi”, ma “tra voi”». Usa questa formula, il cardinale vicario Baldo Reina per annunciare, in questo tempo di Avvento e in coincidenza con l’avvio del Giubileo della Speranza, la visita pastorale alla diocesi di Roma. Di seguito il testo integrale.

Carissimi,
vi raggiungo con questa lettera animato da un profondo desiderio di comunione e condivisione per essere non solo “per voi” ma “tra voi” (Mc 10,43) che sostanzia la qualità relazionale del servizio che il Maestro ha affidato a ogni comunità di discepoli perché non si ceda mai alla tentazione del potere ma si coltivi il desiderio di comunione per servire la Chiesa.

L’inizio del Giubileo e la scelta del Santo Padre di chiamarmi al delicato servizio di suo vicario per la Diocesi di Roma mi spingono a ricercare un rapporto di maggiore conoscenza con ogni realtà di cui si compone la Diocesi e di tutte le persone che l’arricchiscono, così da poter dare corpo al mistero di comunione che deve poter sempre trasparire dal santo popolo di Dio. La comunione in Cristo la si realizza nel segno del comune battesimo e della partecipazione di tutti in vista della missione per il Regno di Dio. Essere popolo missionario è credere e operare insieme per il Vangelo. Infatti siamo stati costituiti come unico corpo, e questa nostra chiesa si edifica attraverso il servizio alle realtà che in ogni forma esprimono bisogno di salvezza.
In questo momento mi afferra l’evidenza che nulla potrei fare senza i presbiteri e i diaconi, senza le associazioni, i gruppi di volontariato, gli operatori pastorali, i religiosi e le religiose. Tendo ora la mia mano per cercare le vostre dove riverbera quanto il nostro Signore Gesù continua a donare attraverso ciascuno. Il dono di Dio ci precede sempre e anche noi possiamo essere sorpresa del gratuito per chi incontriamo. Le sue parole –“questo è il mio corpo, mangiatelo” – non solo costituiscono la forma della Chiesa, una e in comunione di carismi e ministeri, ma vigilano permanentemente sul come essere chiesa.

Per chi come me inizia un’esperienza nuova è necessario darsi un tempo per conoscere e farsi conoscere. Tra le responsabilità che mi sono affidate c’è quella di custodire e di orientare una visione di chiesa, per cui è necessario elaborare i delicati processi che sostengono le decisioni. Sarebbe insensato pensare questo come una pratica solitaria. Il vescovo come i padri e le madri nella vita familiare hanno compiti che afferiscono alla loro condizione che spesso prevedono l’impossibilità di delega. E come si devono mettere in conto errori e incomprensioni, bisogna accettare anche la solitudine. Ma nell’esperienza pastorale dobbiamo imparare a non presumere di poter fare da soli, specialmente in questo tempo dove la complessità delle situazioni esistenziali deve distoglierci dall’illusione dell’autosufficienza. Così nei diversi territori che caratterizzano la nostra Diocesi dobbiamo essere capaci di riconoscere la dignità e il valore di ogni persona impedendo che le differenze, anche di fede, possano impedire la collaborazione.

Ho voluto scrivervi in questo tempo di Avvento, nell’imminenza di celebrare la nascita di Gesù, segno permanente della prossimità di Dio, per comunicarvi il mio bisogno e la mia attesa di incontrarvi, conoscervi, per dialogare, incoraggiarci, ringraziare, chiedere perdono, correggerci, aiutarsi a ricominciare. Con queste intenzioni desidero farvi sapere che a partire dal prossimo mese di gennaio inizierò la visita pastorale alla nostra Diocesi. È lo strumento che da secoli la Chiesa affida ai pastori affinché dedichino del tempo alla conoscenza delle singole comunità, ne ascoltino le gioie e i dolori, riconoscano i carismi e colgano i segni attraverso cui individuare insieme i passi di crescita da compiere. Unito alle necessarie scelte programmatiche ed organizzative di questa esperienza pastorale vorrei che avvertiste il mio desiderio di abbracciare ognuno fraternamente.

Nei prossimi giorni Vi comunicherò le modalità precise di tale visita; intanto Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera; implorate il Signore perché io possa vivere questo servizio con semplicità e gioia.

Consapevole delle fatiche di ognuno Vi accompagno costantemente con la preghiera affinché, insieme, possiamo edificare una comunità sempre più fedele al Vangelo per essere pellegrini e testimoni di speranza.

Baldo Card. Reina

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