LA VITA DI SAN BENEDETTO di San Gregorio Magno
San Benedetto da Norcia (Norcia, 480 ca. – Cassino, 21 marzo 547 ca.) è stato un monaco e fondatore italiano dell’Ordine dei Benedettini.
Papa Paolo VI lo ha proclamato patrono d’Europa il 24 ottobre 1964.
E’ il patrono di Subiaco (RM), Subiaco (Australia), Pomezia e Cassino.
E’ il patrono degli architetti degli ingegneri e degli speleologi.
Ed è il santo al quale, in Roma, sono dedicate sia la nostra parrocchia che la chiesa di San Benedetto in Piscinula.
La memoria di San Benedetto si festeggia l’11 luglio, il suo ritorno alla casa del Padre si festeggia il 21 marzo.
Storia di San Benedetto
Nacque con la sorella Scolastica da un’agiata famiglia romana della gens Anicia. Il padre di Benedetto e Scolastica fu Eutropio, figlio di Giustiniano Probo Console e Capitano Generale dei Romani nella regione di Norcia. La madre fu Claudia Abondatia Reguardati, Contessa di Norcia.
A Norcia Benedetto trascorse gli anni dell’infanzia e della fanciullezza, sicuramente avvertendo la suggestione e l’intensa spiritualità di quei santi uomini che già dal III secolo erano giunti dall’Oriente lungo la valle del Nera e in quella del Campiano. Scampati dalle persecuzioni, essi avevano abbracciato una vita di ascesi e di preghiera in diretto contatto con la natura, vivendo in “corone” di celle scavate nella roccia, facenti capo ad una piccola chiesa comune.
A dodici anni Benedetto fu mandato con la sorella a Roma a compiere gli studi ma, come racconta san Gregorio Magno nel II Libro dei Dialoghi, sconvolto dalla vita dissoluta della città,
« ritrasse il piede che aveva appena posto sulla soglia del mondo per non precipitare anche lui totalmente nell’immane precipizio. Disprezzò quindi gli studi letterari, abbandonò la casa e i beni paterni e cercò l’abito della vita monastica perché desiderava di piacere soltanto a Dio. »
Si ritirò nella valle dell’Aniene presso Eufide (l’attuale Affile), e da lì a una grotta impervia vicino a Subiaco, fra gli antichi resti di una villa neroniana.
Ricevuti gli abiti monastici dal monaco Romano, accettò di farsi guida ad altri fratelli in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, predicando la parola del Signore ed accogliendo discepoli sempre più numerosi, fino a creare una comunità di ben dodici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale.
Si allontanò da Subiaco per incomprensioni sorte con i confratelli e, intorno al 529, fondò sull’altura sopra Cassino il monastero di Montecassino, faro di fede e civiltà nei secoli a venire, edificato sopra i resti di templi pagani e con oratori in onore di san Giovanni Battista (da sempre ritenuto un modello di pratica ascetica) e di san Martino di Tours, che era stato iniziatore in Gallia della vita monastica.
A Montecassino Benedetto visse fino alla morte, ricevendo l’omaggio del popolo in pellegrinaggio e dei sovrani dell’epoca, fra i quali anche Totila re dei Goti, che il santo monaco severamente ammonì.
Qui Benedetto si spense intorno al 547 (secondo altre fonti la data sarebbe il 21 marzo 543), poco dopo sua sorella Scolastica, con la quale ebbe comune sepoltura; spirò in piedi sostenuto dai suoi discepoli, dopo aver ricevuto la Comunione e con le braccia sollevate in preghiera, mentre li benediceva e li incoraggiava.
La Regola
Nel monastero di Montecassino Benedetto compose la sua Regola, un documento ricco e profondo, specchio dell’uomo di pace e di moderazione che era destinato ad avere un ruolo fondamentale nella storia d’Europa. Prendendo spunto da regole precedenti, in particolare da quella di san Giovanni Cassiano e da quella di san Basilio, egli riuscì a combinare l’insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nella sincera intenzione di fondare una scuola del servizio del Signore, in cui speriamo di non ordinare nulla di duro e di rigoroso.
La Regola, dotta e misteriosa sintesi del Vangelo, nella quale si organizza nei minimi particolari la vita dei monaci, diede nuova ed autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga ed imprecisa, precettistica monastica precedente.
I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci e la figura dell’abate, padre amoroso, mai chiamato superiore, e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora.
I monasteri che seguono la Regola di san Benedetto sono detti benedettini. Anche se ogni monastero è autonomo sotto l’autorità di un abate, si organizzano normalmente in confederazioni monastiche, delle quali le più importanti sono la congregazione cassinense e la congregazione sublacense, originatesi rispettivamente attorno all’autorità dei monasteri benedettini di Montecassino e di Subiaco.
Ho letto con molta attenzione e sono felice che S Benedetto sia patrono degli architetti