CALENDARIO LITURGICO-PASTORALE MESE DI NOVEMBRE 2019

Il mese di novembre nella Chiesa è caratterizzato da due importanti celebrazioni: la Solennità di tutti i Santi, il primo novembre, e il giorno successivo la Commemorazione di tutti i defunti. Due eventi che vogliono aiutarci a sollevare in alto lo sguardo e a pregare per i nostri cari che sono passati tra noi facendo del bene. Un invito a spingere lo sguardo oltre il vivere quotidiano verso quel mondo ultraterreno che ci attende. La festa di Ognissanti è una celebrazione di grande gioia, perché ci fa pensare al paradiso, cioè alla casa di Dio, dove essi abitano. Tutti noi, credenti o non credenti, sperimentiamo che la vita è davvero solo un “passaggio”, più o meno lungo, sempre comunque destinato a terminare.

Come sarà bello incontraci lassù, dove “Dio asciugherà ogni lacrima dai nostri occhi e dove non ci sarà più né morte né lutto né affanno per-ché le cose di prima sono passate”. La Commemorazione dei Defunti invece è un giorno soffuso di tristezza al pensiero dei nostri cari, parenti o conoscenti, che ci hanno lasciato e dei quali sentiamo la mancanza. La Chiesa li ricorda tutti, anche quelli per i quali nessuno prega. Non dimentichiamoci di pregare anche per le anime del Purgatorio bisognose di purificazione in attesa di godere la pienezza della beatitudine in Paradiso.

Condizioni per ottenere l’indulgenza plenaria per i propri defunti.

Indulgenza Plenaria 1-2 Novembre: facendo visita alla Chiesa (applicabile solo per i defunti).

Dal mezzogiorno del giorno 1° novembre fino alla mezzanotte del giorno 2 novembre.

Opera prescritta: Visita alla chiesa parrocchiale, recitando Il Padre Nostro e il Credo; oppure si può lucrare come scritto qui sotto, dall’ 1-8 Novembre facendo visita in cimitero.

Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa Pater Ave Gloria – Distacco dal peccato anche veniale.

1 – 8 Novembre: facendo visita al Cimitero (applicabile solo ai defunti)

Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa – Distacco dal peccato anche veniale.

I fedeli che fanno visitano il cimitero e pregano, anche solo mentalmente per i defunti, possono lucrare, una volta al giorno, l’indulgenza plenaria.

 

CALENDARIO LITURGICO-PASTORALE

NOVEMBRE 2019

1 V Solennità di Tutti i Santi
2 S Commemorazione Fedeli Defunti-(Si può ottenere l’indulgenza plenaria)
3 D XXXI domenica del T.O “Giornata della Carità”
4 L Ore 16.00 in chiesa cappella del Sacro Cuore, Cenacolo di preghiera nella Divina Volontà.

Ore 16,30 in sala riunioni incontro gruppo S.A.C.R.I.

Ore 19,15 in sala riunioni incontro di Lectio divina

 

10 D XXXII domenica del T.O
11 L Ore 16.00 in chiesa cappella del Sacro Cuore, Cenacolo di preghiera nella Divina Volontà.

Ore 16,30 in sala riunioni incontro gruppo S.A.C.R.I.

 

17 D XXXIII domenica del T.O
18 L Ore 16.00 in chiesa cappella del Sacro Cuore, Cenacolo di preghiera nella Divina Volontà.

Ore 16,30 in sala riunioni incontro gruppo S.A.C.R.I.

Ore 19,15 in sala riunioni incontro di Lectio divina

 

24 D Solennità di Cristo Re

Durante la S.Messa delle 11,30 verrà amministrata la S. Cresima

26 M Ore 19,15 Preghiera per i malati della nostra parrocchia curata dalla Comunità di Sant’Egidio.

 

LA SOLLECITUDINE PASTORALE DI PAPA FRANCESCO

 

Papa Francesco nel suo magistero ci invita giustamente alla concretezza, ad un amore concreto, ad un amore per tutto l’uomo, nella sua grandezza e nella sua miseria, ci parla di inculturazione della fede e non di globalizzazione, di una Chiesa inclusiva preoccupata che nessuno si perda e che impari ad amare il suo popolo con la Misericordia del Padre. È un chiaro invito a scrutare i segni dei tempi un chinarsi sul modo di pensare e di agire dei nostri contemporanei. Papa Francesco indica la via della concretezza per una nuova esperienza di Chiesa per imprimerle il dinamismo della fede capace di accoglienza, di ascolto e di accompagnamento in un contesto segnato dalla complessità culturale, occasione per dialogare con le diverse culture e con le diverse persone.

Certamente questo orientamento pastorale è condivisibile, ma dobbiamo stare attenti a non ridurre la “missione e la pastorale della Chiesa” ad un insieme di interventi umanitari, tanto per il singolo individuo, come per la collettività e utilizzare la Sacra Scrittura al servizio di questi contenuti per illuminarli e orientarli. Invece è proprio il contrario, la nostra azione missionaria e pastorale deve partire dal dato rivelato formalizzato nel dogma che è l’insieme delle verità di fede che la Chiesa insegna e professa da sempre, perché la fede non è un’opinione personale, non è in prima battuta una questione di coscienza.

Oggi, purtroppo all’interno della Chiesa vi è una presenza di correnti di pensiero che, desiderando dare risposte a situazioni concrete di sofferenza, disordine e difficoltà (prevalentemente concernenti la famiglia e gli orientamenti sessuali), formulano proposte basate sul primato dell’Amore e della Misericordia, disgiunti, però, da Giustizia, Dottrina e Verità.

Tuttavia, risposte che non rispettino la Verità delle cose – così come enunciata dal Logos Dio-Figlio, Gesù – non possono che aggravare la stessa sofferenza che cercano di alleviare, perché adattare il Cristianesimo alla mentalità mondana dominante, comporta il più che concreto rischio di perdere il legame sicuro con l’insegnamento di Gesù. Il punto critico è che, da alcuni decenni, striscia in non pochi settori ecclesiastici l’idea – errata, e quindi, eretica – che la Dottrina, il Dogma, che traducono in chiari, ragionevoli concetti la Fede, non sarebbero immutabili, eterni, sempre uguali a se stessi, bensì enunciati che possono e devono cambiare, evolvere, adattandosi alle contingenti, mutevoli situazioni storiche.

E’ chiaro che, che da un punto di vista pastorale la Chiesa deve mettersi in ascolto e accompagnare gli uomini sulla via della salvezza che ci ha aperto nostro Signore Gesù Cristo con il suo sacrificio redentore, ma anticipare la Misericordia rispetto alla Verità reca in sé il rischio di sostituire la nostra misericordia di uomini alla Misericordia di Dio, che si manifesta e si esercita nella Verità, la sola che ci rende veramente liberi, e nella Dottrina.

Personalmente sono convinto che per affrontare le delicate questioni del nostro tempo che ci interpellano come Chiesa e come fedeli cristiani, abbiamo oggi bisogno di una fede certa fondata sulla verità della Parola di Dio fatta carne e di una dottrina certa, che esprima una spiritualità “pastorale” di alto profilo incarnata nella storia. Un ripartire da Dio, dando a lui il primato e lasciandosi guidare dallo Spirito Santo che si accompagna senza contraddizione al ripartire dagli ultimi con i quali Cristo si è identificato perché sia possibile guardare la storia dall’alto e dal basso. È Dio che ci chiama a sé per mandarci agli altri. La missione consiste nel comunicare agli altri la grazia di avere incontrato Dio; fare di tutto perché anche gli altri ricevano l’annuncio della salvezza; portare gli altri ad un rapporto veramente personale con Dio.

Questa è la prospettiva tipicamente cristiana, dove la priorità è riconosciuta alla Grazia, quale dono gratuito di Dio che deve plasmare ed orientare la nostra coscienza, la nostra libertà, le nostre decisioni, le nostre scelte, il nostro agire morale. L’accento deve essere posto non tanto sull’iniziativa dell’uomo ma sull’azione di Dio nei suoi riguardi, lo sforzo dell’uomo ha senso solo come risposta al dono gratuito di Dio, all’amore di Dio: “In questo si è manifestato l’amore: non noi abbiamo amato Dio, ma Egli ha amato noi e ha inviato il Figlio suo come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Gv,4,10). Porre l’uomo, il suo sforzo al centro della visione cristiana, significa ridurre il cristianesimo ad un’antropologia, ad un’etica solamente umana, ad una riduzione umanistica della fede.

Certamente la Chiesa, attraverso i suoi pastori e i suoi fedeli, deve farsi prossima alle tante fragilità umane, con grande misericordia e pazienza, senza giudicare e condannare, come ci ricorda Papa Francesco: “Mettendo al primo posto il primato della carità come risposta all’iniziativa gratuita di Dio” (Amoris Laetitia, 311) ma allo stesso tempo come cristiani siamo chiamati ad esprimere con coerenza e conformità, attraverso le nostre opere buone, la nostra dignità di “creature nuove”, rinati dall’acqua e dallo Spirito, facendo risplendere nella nostra vita la bellezza, la bontà e la verità di appartenere a Cristo, unica garanzia per entrare nella vita eterna con Dio, nostro unico bene e fine ultimo.

In ogni situazione, nelle più diverse circostanze, la coscienza e la libertà del fedele cristiano deve rivolgersi a Cristo crocifisso, che ci svela la grandezza del suo amore come misericordia, perdono gratuito e offerta di sé.

Un metodo pastorale efficace, debba prima di tutto considerare che l’agire pastorale, in funzione dell’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa, è prima di tutto un dono che scende dall’alto, è vocazione, è sequela, è investitura da parte del Buon Pastore Gesù che vuole continuare ad esercitare nei suoi discepoli il compito di servitore e salvatore del mondo.

Don Vincenzo Sarracino

GIOVANI,FAMIGLIE E I POVERI: LE LINEE GUIDA PER IL NUOVO ANNO PASTORALE 2019-2020 DELLA DIOCESI DI ROMA

Ascoltare «il grido della città», che non significa solo «la raccolta dolorosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma». Ma fare un passo in più. Magari «programmare una visita nelle case del quartiere» o «individuare un referente-missionario per ogni scala dei palazzi del quartiere». Parrocchie in uscita, dunque, dando sempre la priorità ai giovani, alle famiglie, ai poveri. Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha indicato le linee pastorali per il prossimo anno, al termine dei Secondi Vespri celebrati nella solennità della Natività di San Giovanni Battista, nella basilica di San Giovanni in Laterano. “Abitare con il cuore la città” il titolo dell’intervento del vicario.

Il pomeriggio di oggi (24 giugno 2019) si era aperto nella cattedrale di Roma con la Messa delle ore 17.30, durante la quale una quarantina di sacerdoti hanno celebrato il loro giubileo sacerdotale, vale a dire il venticinquesimo, cinquantesimo e sessantesimo anniversario di ordinazione; a presiederla il cardinale De Donatis. Quindi i Secondi Vespri, con la consegna delle linee pastorali.

«Per lasciare spazio alla guida dello Spirito Santo la Chiesa deve farsi piccola – ha detto il cardinale –: solo così riscoprirà la gioia di essere missionaria e di sperimentare insieme nuove vie di evangelizzazione. Non che siano mancate in questi anni esperienze anche molto positive di evangelizzazione, ma nel loro insieme le comunità cristiane della diocesi sentono una certa stanchezza, un calo di entusiasmo, e soprattutto non collaborano tra di loro, talvolta presumendo di bastare a se stesse. Di qui la necessità di un cammino sinodale. Questo significa un processo in cui si permette a Dio di parlarci».

Tra le novità accennate dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, la «necessità di far nascere in ogni una piccola equipe pastorale. Il suo compito è fondamentale: animare dal di dentro la comunità parrocchiale, perché, nei suoi vari membri e livelli, possa realizzare l’ascolto del quartiere e delle storie di vita dei suoi abitanti».

Anche nell’omelia non sono mancati i riferimenti alla realtà romana e al compito che attende la Chiesa di Roma per il prossimo anno pastorale. «Che cos’è l’ascolto del grido della città che ci accingiamo a compiere il prossimo anno – ha domandato il porporato –? Non è soltanto la raccolta dolorosa ma doverosa delle tante sofferenze ed ingiustizie che dilaniano la vita degli abitanti di Roma. C’è qualcosa di più, che richiede uno sguardo contemplativo, ci ha detto il nostro Vescovo Papa Francesco. È riconoscere la presenza e la voce dello Sposo. Egli è al fianco dei piccoli e i poveri, e la loro carne sofferente è la carne stessa dello Sposo. Egli è nell’inquietudine dei giovani che cercano il senso della loro vita, “qualcosa di bello” per cui valga la pena di vivere, qualcosa di cui innamorarsi».

Per leggere l’intero intervento del cardinal vicario mons. Angelo De Donatis vai sul sito della Diocesi di Roma:  www.diocesidiroma.it

 

PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA 2019

 

DOMENICA 14 APRILE

Delle Palme e della Passione del Signore.  Messe: 8,30-10,00-11,30-18,30

 LUNEDÌ SANTO 15 APRILE .Durante tutta la giornata possibilità di confessarsi.

 MARTEDÌ SANTO 16 APRILE. Durante tutta la giornata possibilità di confessarsi.

 MERCOLEDÌ SANTO 17 APRILE : Alle ore 21.00: Liturgia penitenziale.

 GIOVEDÌ SANTO 18 APRILE: La mattina la chiesa resterà chiusa.

Ore 18,30: Messa nella Cena del Signore.

Dalle ore 21,00 alle 24,00.

Adorazione eucaristica nella cappellina  della Riposizione.

 VENERDÌ SANTO 19 APRILE

Ore 8,00: Recita comunitaria delle Lodi

Ore 15,00: Solenne Via Crucis

Ore 18,30: Liturgia della Passione

 SABATO SANTO 20 APRILE

Il mattino chiesa aperta

Il pomeriggio chiesa chiusa

Ore 21,30: Solenne Veglia Pasquale

 DOMENICA 21 APRILE:

PASQUA DI RISURREZIONE. Smesse: 8,30-10,00-11,30-18,30

Lunedì 22 aprile: festa civile non è giornata di precetto. Orario delle messe è quello feriale: 8,00-18,30.

La comunità dei sacerdoti augura a tutte le vostre famiglie 

una santa Pasqua nel Signore risorto.