L’anno pastorale 2018-2019 della Diocesi di Roma, parte dalla domanda: “dove sei?” e da questa domanda si lascia dare una forma tutta particolare, diversa dagli altri anni. Ne scaturisce un cammino che prevede tre grandi tappe: la memoria, la riconciliazione e l’ascolto del grido della città.
La riflessione sulla memoria ci prenderà fino a Natale. Per ognuno di queste tre grandi tappe sono previsti cinque passaggi.
primo passaggio: riunione del consiglio dei Prefetti;
secondo passaggio: il settore;
terzo passaggio: riunione di Prefettura tra preti;
quarto passaggio: riunione di Prefettura in cui tutti sono convocati: vescovo ausiliare, preti, religiosi e laici (ci saranno quindi tre di questi incontri plenari di prefettura: uno prima di Natale, uno prima di Pasqua e uno tra aprile-maggio).
Ultimo passaggio: in parrocchia.
Per via di questi cinque passaggi, il calendario degli incontri di prefettura e di settore di noi preti ne viene profondamente modificato, ci saranno meno incontri di settore e meno incontri di prefettura tra preti.
La prima tappa: la memoria. Ognuno di noi avrà tra le mani il testo-base in cui si narra la storia della diocesi di Roma dal dopo-Concilio ad oggi. La preoccupazione che ci deve guidare nel riflettere insieme non è quella di una precisa ricostruzione dei fatti, ma di fare una lettura di fede, sapienziale, di ciò che abbiamo vissuto in questi cinquantatré anni dal Concilio: in che modo il Signore ci ha guidati? Ricordiamoci che l’obiettivo è rispondere alla domanda: dove sei? Il testo-base servirà per realizzare insieme l’esercizio di questa lettura credente, capace di cogliere la presenza e l’azione del Signore.
La storia della diocesi, contenuta nel testo-base, verrà poi raccontata nell’incontro di settore (accompagnata da qualche commento “a caldo” dei presenti), e diverrà il punto di partenza per la stessa riflessione sapienziale da realizzare tra preti in prefettura. Le riflessioni saranno poi inviate a don Paolo Asolan e alla segreteria del Consiglio dei Prefetti, in vista della scrittura di una storia condivisa della Diocesi di Roma.
Altro passaggio: tra ottobre e novembre organizziamo un incontro serale di prefettura destinato a laici, religiosi, preti e presieduto dal vescovo ausiliare. Chiediamo la partecipazione di tutti, comprese quelle realtà ecclesiali che, pur non essendo inserite in una parrocchia, sono però presenti nel territorio. In questo incontro il vescovo narrerà la storia della diocesi di Roma (il testo-base) invitando poi tutti a scambiarsi idee, impressioni, ricordi, divisi in piccoli gruppi. Bisognerà preparare i facilitatori dei piccoli gruppi, fornendo loro anche delle piste di riflessione per facilitare il confronto. Chi invitare a questo incontro di prefettura? Soprattutto gli operatori pastorali, non solo quelli “attempati” ma anche “chi lo è da poco”, perché possa sentire il racconto e la testimonianza di “chi c’era” (Si realizzerà così quanto il Papa ci ha chiesto di fare: i vecchi racconteranno i loro sogni, i giovani avranno visioni per l’oggi…). Anche questi contributi, sintetizzati da un segretario della prefettura, verranno inviati alla segreteria del Consiglio dei Prefetti.
Rimane l’ultimo passaggio: tutte le parrocchie, comunità, associazioni sono invitate a “scrivere” una propria storia del cammino fatto in questi cinquant’anni, una storia della loro comunità. Lo possono fare semplicemente in una serata di preghiera e di condivisione della memoria a cui tutti sono invitati, o anche nella forma di una mostra, di un video, ecc. Ribadiamo: la cosa importante è che non sia una storia da storici ma una storia che coglie il senso profondo della guida di Dio. È quello che Mosè fa: “Ricordati del cammino. Ricordati di come il Signore ti ha guidato”.
L’altra iniziativa da realizzare in parrocchia è il Ritiro d’Avvento sul principio e fondamento di Sant’Ignazio “Chi sono io, chi sei tu, o Signore?”. Sarebbe bello che questo ritiro fosse predicato dai parroci; i parroci stessi e tutti gli altri sacerdoti lo vivranno nel loro ritiro di settore a novembre. Prima ancora il principio e fondamento sarà vissuto con i Prefetti e i capi ufficio nella settimana di esercizi che il Cardinale Vicario predicherà, dal 5 al 9 novembre. Tutti così si chiederanno, alla luce del cammino della memoria: “Chi sono io. Chi sei tu, o Signore?”. I riferimenti biblici sono gli stessi: i primi sei capitoli dell’Esodo, i primi due capitoli della Lettera ai Corinti ed alcuni passaggi del primo capitolo “Evangelii Gaudium” (la Chiesa è una madre dal cuore aperto)
La seconda tappa è la riconciliazione. Le due esperienze fondamentali, da vivere in parrocchia, sono gli esercizi spirituali al popolo, in Quaresima, ispirati alla prima settimana degli Esercizi di S. Ignazio, per riscoprire la Misericordia di Dio (ognuno l’organizza secondo la sua modalità: due o tre serate in parrocchia, un fine settimana fuori Roma, una giornata in un monastero…) e una liturgia penitenziale da vivere prima o durante la settimana santa. Lo schema di questa liturgia penitenziale sarà fornito dall’Ufficio liturgico o se si preferisce sarà lo stesso utilizzato dal Papa nell’incontro che abbiamo con lui nel giovedì dopo il mercoledì delle Ceneri. Anche a livello di prefettura realizzeremo una liturgia penitenziale: è l’incontro di Prefettura aperto a tutti e presieduto dal vescovo ausiliare, nel quale insieme chiediamo il perdono del Signore, ognuno riconoscendo i propri peccati. Per noi preti è previsto il ritiro di Quaresima di settore e la liturgia penitenziale con il Papa. Sperimenteremo di essere tutti accomunati dalla debolezza e dalla misericordia, di non doverci nascondere a Dio e agli altri, ma di poter contare sull’apertura di cuore dei fratelli. Le varie realtà ecclesiali potranno preparare una richiesta di perdono da pronunciare davanti all’assemblea liturgica di prefettura: un rappresentante dei catechisti, uno dei presbiteri, un altro dei religiosi, uno che rappresenti i laici di quella determinata associazione o movimento …
La terza tappa (il grido che sale dalla città) verrà quest’anno soltanto abbozzato. Prenderà l’avvio dall’incontro con il Papa che ci sarà a maggio e che ci inviterà ad ascoltare il grido della città e a vivere oggi quei due grandi “sì” che sono nel secondo capitolo di EG: “sì” alla spiritualità missionaria, (78-80) “si” alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo” (87-92): la Chiesa vive la rivoluzione della tenerezza nei quartieri perché si fa vicina a ogni essere umano. Nelle prefetture, sia nell’incontro tra preti sia nel terzo incontro aperto a tutti (lì dove si riterrà opportuno farlo: altrimenti in parrocchia), rifletteremo sulle parole del Papa, così come abbiamo fatto altre volte in occasione del Convegno. Vivremo poi la celebrazione diocesana della Veglia di Pentecoste, dove come Mosè davanti al fuoco ardente, al roveto ardente dello Spirito, siamo invitati a toglierci i sandali e andare in missione.
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