Carissimi parrocchiani della parrocchia di San Benedetto l’obiettivo di questo nuovo anno pastorale, che segnerà il cammino ecclesiale della nostra Diocesi di Roma per il 2019/2020, è mettersi in ascolto contemplativo della nostra città, e in particolare del nostro quartiere.
Ma cosa dobbiamo intendere quando parliamo di ascolto contemplativo? Significa prima di tutto accogliere in noi lo Spirito di Dio, la Sua Parola, ma per far questo occorre imparare far silenzio, solo così potremo gustare la nostra vita e quella degli altri in tutta la sua profondità, e non dissiparla in qualsiasi maniera, e non passare superficialmente davanti all’essenziale.
Questo atteggiamento ci permette di avviare un nuovo stile di presenza pastorale fatta di meno cose da fare e più di ascolto e di relazioni amichevoli, fraterne e familiari. La gente, oggi, nei nostri quartieri e nei nostri ambienti di vita soffre la solitudine, la mancanza di autentiche relazioni.
Si tratterà di coniugare ciò che già facciamo in termini di ascolto, di accompagnamento, di educazione e formazione spirituale, liturgica e catechistica, di impegno caritativo con l’ascolto dei giovani, delle famiglie e dei poveri del nostro quartiere e riscoprire che lì la presenza di Dio. Il nostro cardinal Vicario ci invita a rifare l’alleanza con il territorio umano e geografico nel quale le nostre comunità parrocchiali e ciascuno di noi vive, per il bene comune e per Dio che abita in mezzo alle case. A partire da queste relazioni, saremo aiutati a capire meglio qual è il nostro compito evangelizzatore e che cosa il Signore ci chiede.
Io penso che, per aiutarci a capire cosa dobbiamo fare, alla luce di questi orientamenti pastorali, dobbiamo muoverci su due ambiti in stretta relazione tra di loro: tenere conto della storia e delle peculiarità della nostra parrocchia, e come oggi realizza il suo compito di evangelizzazione sul proprio territorio attraverso una pastorale “ordinari” e riflettere insieme su come definire e strutturare una pastorale, come la definisce Papa Francesco, in “uscita”.
UNA PASTORALE “ORDINARIA” DELLE OPPORTUNITÀ
Il compito fondamentale della parrocchia è quello di essere il luogo che favorisce l’incontro tra la fede cristiana e le condizioni della vita di ogni giorno. È proprio questo servizio reso alla fede ciò che deve qualificare tutto il lavoro pastorale: sia quello che si rivolge ai ragazzi, sia quello destinato agli adolescenti, ai giovani e ai giovani adulti, sia quello che chiama in causa le famiglie (più ampiamente tutti gli adulti), e anche la terza età. All’interno di queste realtà il Vangelo deve trovare casa.
Il volto missionario della parrocchia si manifesta là dove si offre a tutti la possibilità di crescere nella fede, di accedere ai Sacramenti, mettendo al suo centro l’Eucaristia, di rendere possibile un autentico vissuto spirituale per il credente nella normale condizione di esistenza. Oggi soprattutto appare urgente che la parrocchia si metta decisamente su questa strada.
La parrocchia, nella sua azione pastorale deve evitare due rischi, e ce lo siamo ripetuti più volte: quella di concepirsi come una comunità piuttosto autoreferenziale, nella quale ci si accontenta di trovarsi bene insieme, e quella di una “stazione di servizio” per l’amministrazione dei sacramenti, che continua a dare per scontata in coloro che li richiedono, una fede spesso assente. Noi tutti siamo al servizio del Signore e della sua Chiesa.
UNA PASTORALE IN “USCITA”
Una “Chiesa in uscita” è una Chiesa umile, disposta a cambiare e a rinnovarsi a partire dall’esperienza dell’incontro e della relazione, a cominciare dall’incontro e dalla relazione con Cristo.
Siamo chiamati a verificare se oggi la nostra Parrocchia vive in maniera coerente la sua missione, domandiamoci: in che modo in vengono investite le nostre energie in Parrocchia? Riescono a testimoniare la forza davvero affascinante ed impegnativa della proposta di Gesù? Spesso siamo costretti a constatare che lo stesso modo di preparare e vivere i momenti consueti dell’attività pastorale (la celebrazione eucaristica, la preparazione e celebrazione dei Sacramenti, la preparazione e celebrazione delle feste, la formazione ed esercizio della carità, il linguaggio e i gesti) non tengano o tengano in poco conto quello che di nuovo vivono oggi le persone e che cosa oggi si muove negli stessi ambienti nei quali viviamo.
Oggi la nostra Chiesa di Roma ci chiede di metterci in ascolto, trovando le modalità opportune, dei giovani e degli adolescenti del nostro territorio, delle nostre famiglie in particolare quelle più giovani, dei poveri nelle varie forme: anziani, disabili, malati, migranti, giovani e famiglie disoccupate e in povertà assolute.
Siamo chiamati e interpellati a compiere una realistica lettura del nostro territorio parrocchiale: gli ambienti di lavoro, il tempo libero, il Terzo settore, politica amministrativa, cultura ed educazione, salute e cura della vita. Quale grido sale da questi ambienti? Che servizio svolgono all’interno del nostro territorio parrocchiale? Come sono organizzati? Cosa ci aspetta dai cristiani in questi ambiti? Questi ambiti conoscono oppure ignorano che c’è una presenza cristiana sul territorio, la parrocchia, espressione visibile della Chiesa?
Capisco che il cammino che ci attende sarà piuttosto impegnativo e per tanti versi rappresenta una novità per la nostra sensibilità pastorale, ma la nostra Chiesa di Roma oggi ci chiede questo e con l’aiuto dello Spirito Santo saremo sicuramente in grado di percorrere, con creatività e impegno personale, nuove vie per evangelizzare e costruire la Chiesa del futuro.
Per il cammino che ci attende ci mettttiamo tutti sotto la protezione della Beata Vergine Maria con il titolo “Donna dell’ascolto”.
“Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.
Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo”. Amen (Papa Francesco
Don Vincenzo-parroco-
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